La strategia pare geniale, benché sia sostanzialmente frutto dell’evoluzione, di lunghe pratiche comportamentali e non di intelligenze particolarmente progredite. Così si spiega la promiscuità di alcune specie animali, in particolare di certe scimmie, come il microcebo pigmeo ( Microcebus myoxinus ), che si accoppiano con più maschi in un brevissimo arco di tempo, per un unico scopo: difendere i propri figli dall’infanticidio. Va detto, infatti, che in molte specie, comprese alcune riconducibili ai primati, spesso i piccoli corrono il serio rischio di essere uccisi da maschi dominanti. Se, però, una femmina è in grado di illudere i “capibranco”, facendogli credere di essere i genitori dei cuccioli presi di mira, tutto cambia: il maschio, infatti, innatamente predisposto a salvaguardare i propri geni e quindi la propria discendenza,
rinuncia ad attaccare i piccoli, dirigendo l’attenzione verso altre prede.
A questa singolare conclusione, che ancora una volta mette in luce l’incredibile versatilità dell’evoluzione, sono giunti esperti dell’Università di Cambridge. Gli scienziati hanno condotto le loro analisi su oltre duecento specie di mammiferi, giustificando una teoria che non era mai stata convalidata. «Sapevamo che in alcune specie fosse normale vedere femmine accoppiarsi con più maschi nello stesso periodo», rivela Dieter Lukas, a capo dello studio, «tuttavia è questa la prima volta che siamo in grado di mettere in relazione questo atteggiamento con il tentativo delle madri di salvaguardare il destino dei propri piccoli».
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