L’Antartide come non ce lo siamo mai immaginati. Rivestito di piante lussureggianti. È esattamente quel che accadde 260 milioni di anni fa. Oggi, infatti, giunge notizia della scoperta al Polo Sud delle tracce di un’antichissima foresta, capace di sopravvivere in condizioni estreme; con lunghi periodi di buio, alternati ad altri dove il sole brillava per gran parte del giorno. E’ il risultato della missione condotta da scienziati dell’University of Wisconsin-Milwaukee, in Usa. Gli esperti dicono che potrebbe essere sopravvissuta alla grande estinzione di massa del Permiano Triassico; quella che anticipò la più famosa e che sancì l’epilogo della storia dei dinosauri, 250 milioni di anni fa. La Terra non era certamente quella che tutti conosciamo. A partire proprio dall’Antartide che si trovava in una posizione molto diversa da quella attuale, appiccicata all’Australia e all’India. E con un clima molto più caldo. Fu il risultato del movimento espresso dalle zolle continentali, che dopo la frammentazione del supercontinente Rodinia portò a una nuova realtà geologica, la Pangea; che successivamente si frantumò a sua volta generando i continenti che ci sono familiari. Erik Gulbranson, a capo dello studio, ha indagato la tipologia di rocce sedimentarie accumulatesi nei milioni di anni in corrispondenza dei monti transatartici; geograficamente collocati fra la terra di Vittoria e la Terra di Coats. E oggi ricordati per le scarsissime precipitazioni che li contraddistinguono. La roccia sedimentaria è tipicamente caratterizzata da resti fossili che testimoniano un passato in grado di farci comprendere come si è evoluto il mondo e che strada prenderà. Tredici i reperti portati alla luce dagli scienziati; fra i migliori mai scoperti; la cui chimica è ora sotto le lenti dei ricercatori, insieme a organismi simbionti – batteri e alghe – che potranno mostrare per la prima volta la variabilità del mondo che anticipò la straordinaria epoca dei grandi rettili.
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