Parnassius apollo (la farfalla Apollo) è uno dei lepidotteri italiani più vistosi. Passeggiando nei pascoli alpini d’estate si ha talvolta la fortuna di avvistare questa grande farfalla bianca, che alterna lunghe planate a improvvisi scarti, producendo un caratteristico rumore frusciante.
La farfalla Apollo ha l’addome bianco e villoso e grandi ali chiare. Quest’ultime, caratterizzate da una squamatura rada che le rende traslucide (fatto che si accentua con l’età dell’esemplare), sono contrassegnate da macchie circolari nere e rosse.
Purtroppo l’Apollo è una farfalle estremamente localizzata, ma per fortuna anche una delle meglio protette della fauna italiana.
La frammentazione dell’habitat ha dato vita a innumerevoli sottospecie presenti nelle Alpi, nei Pirenei, nei Balcani e nei Carpazi, che presentano taglie e disegni leggermente differenti.
Non stupisce quindi se le sue dimensioni, la relativa rarità e una certa varietà di forme, l’abbiano trasformata in una preda ambita dai collezionisti di Lepidotteri.
L’insetto predilige i pendii rocciosi e i pascoli alpini soleggiati e ricchi di fiori dai 700 fino ai 3000 metri di altitudine. Qui svolazza rapidamente da un fiore all’altro, pur dimostrando di preferire i cardi.
In queste condizioni, quando è posato e si nutre, l’Apollo può essere avvicinato facilmente.
Gli adulti hanno vita breve e si accoppiano sul finire dell’estate. Le uova, subito deposte, danno vita a bruchi neri e villosi, con due fasce di macchie gialle. Le larve, che prima di trasformarsi in crisalide raggiungono i 5 centimetri, ricercano piante tipiche delle praterie di quota come i Sedum e i Sempervivum.
Nome
Parnassius apollo (Linnaeus 1758)
Classificazione
Phylum Arthropoda, classe Insecta, ordine Lepidoptera, famiglia Papilionidae
Areale
È presente sulle montagne di Spagna, Francia, Italia, nell’Europa Centrale, inoltre nei Carpazi e nei Balcani per arrivare fino alla Turchia, l’Iran, La Scandinavia e la Siberia Meridionale. In Italia è segnalata sulle Alpi e nell’Appennino Ligure, Tosco-Emiliano, Abruzzese inoltre nella Sila e nell’Aspromonte calabresi. Manca nelle isole.
Dimensioni
Fino a 9 cm di apertura alare
Alimentazione
Nettari dei fiori legati ai pascoli alpini. I bruchi mangiano le foglie del Sedum e dei Sempervivum
Riproduzione
Si conta una sola generazione estiva. Gli adulti volano da giugno a settembre. I bruchi compaiono sul finire dell’estate e svernano, dando vita all’adulto l’estate seguente.
Protezione
È una specie fortemente tutelata, inserita nell’allegato IV della direttiva Habitat. È inoltre protetta dalla Convenzione di Washington (Allegato II) e dalla Convenzione di Berna (Appendice II).
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