Le associazioni ambientaliste Enpa, Lav, LIPU, WWF Italia in un comunicato congiunto hanno espresso tutto il loro disappunto sugli emendamenti presentati al disegno di legge di bilancio che danno “licenza di uccidere” qualsiasi animale selvatico. «Gli emendamenti al disegno di legge di bilancio presentati con una discutibile forzatura da alcuni senatori nella Commissione Bilancio sul contenimento della fauna selvatica, sono inaccettabili dal punto di vista scientifico e inattuabili per il diritto, italiano ed europeo – dichiarano Enpa, Lav, Lipu e WWF Italia.
Alcuni sono già stati, correttamente, dichiarati “inammissibili” dalla stessa Commissione ma altri sono ancora presenti negli atti parlamentari». In particolare si fa riferimento all’emendamento 60.0.159 (testo 2) con il quale qualsiasi animale selvatico, anche protetto, come lupi, orsi, aquile, potrebbe venire ucciso, con una procedura estremamente semplificata e non rispettosa delle regole europee ed internazionali sulla tutela delle specie selvatiche e degli habitat naturali.
La modifica di legge servirebbe a “fronteggiare i danni al settore agricolo e della silvicoltura e i conseguenti oneri causati dalla diffusione incontrollata di fauna selvatica”.
Secondo le associazioni «il tema dei danni causati da alcuni animali selvatici (i cinghiali) all’agricoltura ma anche alla biodiversità, è serio e va sicuramente affrontato. Ma il mezzo meno adatto è questo “blitz” dell’ultim’ora con una pesante, confusa e negativa modifica normativa, da inserire in una legge, come quella di bilancio, che nulla ha a che vedere con questi temi. Chiediamo quindi al Governo, in particolare al Ministro Costa di intervenire per scongiurare questo ennesimo tentativo di ridurre i livelli minimi di tutela degli animali selvatici e chiediamo al Senato di eliminare gli emendamenti ed avviare un percorso adeguato all’importanza degli interessi in gioco».
L’emendamento
L’emendamento punta a modificare la Legge 11 febbraio 1992, n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, abrogando e sostituendo il comma 2 dell’art. 19. La modifica più grave rispetto alle norme europee, secondo le Associazioni è l’abolizione dei “metodi ecologici” prima di arrivare alla soluzione degli “abbattimenti selettivi” di animali selvatici che arrechino danno alle colture agricole.
Verrebbero in questo modo uccisi anche animali appartenenti a specie protette a causa della loro “diffusione incontrollata”, mentre il parere dell’Ispra (unico organo tecnico scientifico statale ad avere le competenze specifiche) non sarebbe “vincolante”. Le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sarebbero, di fatto, gli unici enti a poter decidere sui “piani di contenimento” della fauna selvatica in contrasto con la Costituzione che attribuisce allo Stato la “legislazione esclusiva sulla tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali”. La fauna selvatica ne è parte integrante.
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