Ho avuto il piacere di viaggiare su una vettura elettrica che un mio amico sta usando da un anno circa. Si tratta di una berlina due volumi a cinque porte, normalmente acquistabile dai concessionari di un marchio generalista, ed è – come dimensioni e come tipo di utilizzo – più o meno paragonabile a una Panda. Ho lungamente intervistato il mio amico per avere il punto di vista di chi utilizza quotidianamente una vettura elettrica e confrontarlo con quello che gli uffici marketing delle Case automobilistiche ci raccontano.
La vettura viene impiegata per il pendolarismo all’interno dell’hinterland milanese, con una percorrenza di circa 25 km per tratta, e la possibilità di ricarica con rete domestica (ma con potenza minima di tre kW), sia a casa, sia in ufficio. La percorrenza di una giornata normale è quindi di circa 60 km, e abitualmente viene messa in carica tutte le sere in garage.
Quello dell’autonomia, naturalmente, è il tema più importante per chi usa un’auto del genere. Il cruscotto dà l’indicazione di quanti chilometri restano da percorrere prima di rimanere a piedi… e questo, comprensibilmente, è l’indicatore che viene consultato più spesso. Infatti, sebbene l’autonomia dichiarata dalla fabbrica sia di 110 km, questo utilizzatore non è mai riuscito a farne più di 80. Quando la macchina va in “riserva” si accende una tartarughina nel cruscotto, e da quel momento si possono fare almeno dieci chilometri, a velocità molto bassa. La vettura è decisamente spaziosa e non soffre particolarmente il carico di passeggeri o bagagli, mentre l’autonomia viene drasticamente ridotta (quasi dimezzata!) nel caso venga utilizzato il riscaldamento – che, non essendoci un motore termico, è elettrico – o l’aria condizionata. Ne consegue che la vettura viene regolarmente messa in carica, sia a casa durante la notte, sia in ufficio – di giorno – per poter affrontare le eventuali variazioni alla routine quotidiana, come commissioni o altro. In tre/quattro ore si ottiene una carica pari al 50% circa del potenziale, mentre una carica completa richiede otto ore. La carica rapida, da circa tre ore, è possibile solo con impianti specifici o colonnine dedicate, ancora troppo rare per essere usate abitualmente. Questa esperienza sembra quindi confermare che l’utilizzo di una vettura elettrica è ancora limitato a chi si può permettere una seconda auto e può contare su una routine costante di utilizzo e su un punto di ricarica, sia al lavoro, sia a casa: in altre parole, l’utilizzo su larga scala è ancora lontano.
di Marco Makaus
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