Per salvare il Pianeta è fondamentale agire anche sulle nostre abitudini alimentari.
Il consumo di alimenti provenienti dagli allevamenti intensivi, infatti, ha un impatto devastate sugli ecosistemi.
Per questo, se entro i prossimi 12 anni non diminuiremo sostanzialmente i gas serra rilasciati nell’atmosfera, il riscaldamento globale è destinato a causare una crisi alimentare entro il 2050.
Ridurre la carne per ridurre le emissioni
L’allarme arriva dal report recentemente pubblicato dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il comitato scientifico dell’ONU per il clima.
Lo studio mostra come l’intero settore alimentare globale contribuisca al 25-30% delle emissioni di gas serra del Pianeta.
In particolare, il metano prodotto dagli allevamenti di bovini costituisce, insieme a quello prodotto dalle risaie, la metà di tutto quello rilasciato nell’atmosfera.
Agire prima che sia tardi
Se il consumo di carne non dovesse calare, dunque, il Pianeta rischia di dover fronteggiare una crisi senza precedenti.
A questo si aggiunge anche la crescita – ormai costante – della popolazione mondiale.
«Nutrire una popolazione mondiale di 10 miliardi sarà possibile, ma solo se cambieremo il modo in cui mangiamo e il modo in cui produciamo cibo – spiega Hans-Otto Pörtner, uno dei membri del gruppo di lavoro dell’IPCC –. Non vogliamo dire alle persone cosa devono mangiare ma, se la popolazione dei Paesi ricchi consumasse meno carne e se i politici creassero incentivi appropriati per raggiungere questo scopo, sarebbe senza dubbio un beneficio, sia per il clima, sia per la salute umana».
Qual è l’impronta ecologica di ognuno
Intanto, per avere un’idea di quanto impattino sul Pianeta le nostre scelte alimentari, l’associazione Essere Animali ha messo a disposizione un calcolatore: compilando il modulo con le proprie abitudini alimentari è possibile calcolare la propria impronta ecologica.
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