Rete Natura 2000 (istituita nel 1992 e composta da SIC, Siti di Interesse Comunitario, ZSC, zone speciali di conservazione, e ZPS, zone di protezione speciale) è la più imponente operazione di protezione della biodiversità messa in campo dall’Unione Europea e copre circa il 21% della superficie terrestre italiana. Si tratta di un territorio molto vasto in cui operano numerose aziende che, proprio perché inserite in un contesto ambientale di altissimo valore, sono soggette ad una serie di vincoli amministrativi importanti.
La ricerca Flash Eurobarometer a più riprese ha dimostrato, però, che il 78% degli agricoltori italiani non conosce Rete Natura 2000. E quando questa è conosciuta, purtroppo non lo è per lo straordinario tesoro di biodiversità che essa contiene né per le potenzialità di tale patrimonio, ma piuttosto per le implicazioni negative che comporta: nel 2012 è emerso infatti che il 58% degli agricoltori intervistati legava l’idea stessa di RN2000 al vincolo della Valutazione d’Incidenza e “all’eccessivo carico burocratico”.
A modificare questa situazione ha concorso Fare rete per Natura 2000 in Italia (Fa.re.na.it), un progetto di CTS-Centro Turistico Studentesco e Giovanile promosso insieme a Coldiretti, Comunità Ambiente, Ispra e Regione Lombardia, finanziato dall’Unione europea con il programma Life+ e cofinanziato dai Ministeri dell’Ambiente e delle Politiche agricole e forestali, Regioni Abruzzo e Marche, Provincia di Agrigento, Parchi nazionali delle Cinque Terre e del Pollino e Parco regionale delle Serre. Con seminari, incontri e un’importante campagna di comunicazione accompagnata dallo slogan “la mia terra vale” si è spiegato a un considerevole numero di agricoltori che gli interessi della conservazione della natura e gli interessi agricoli non sono necessariamente in conflitto nei siti della Rete Natura 2000. “Il valore dell’ambiente preservato è uno strumento che consente di dare più valore ai prodotti che da quella terra nascono – ha affermato Stefano Di Marco, Vice Presidente Nazionale di CTS. – Perché se la terra vale anche i prodotti valgono”.
Secondo quanto emerso dal convegno conclusivo di Fa.re.na.it, 14 regioni su 20 hanno attivato e attiveranno nei PSR (Piani di Sviluppo Rurale) 2014/2020 incentivi finanziari per gli agricoltori che operano nei Siti RN2000: si tratta di 91 milioni di euro di sostegno pubblico, di cui circa 63 milioni sono finanziati da Ue, il resto dalle Regioni. La compensazione offerta da questa misura consentirà agli agricoltori e ai silvicoltori di superare gli svantaggi operativi connessi alle limitazioni introdotte dai piani di gestione dei Siti Natura 2000 e di proseguire nelle ordinarie attività agricole e silvicole contribuendo alla manutenzione del paesaggio e alla promozione di sistemi di produzione sostenibili nelle aree interessate al fine di evitare l’abbandono del territorio e la perdita di biodiversità.
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