Le marmotte – almeno per un po’ – sono salve. Una decisione dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ha infatti negato l’autorizzazione al piano dell’Amministrazione della provincia di Bolzano che prevedeva una riduzione selettiva del numero di questi roditori su proprio territorio.
Perché abbattere le marmotte
La notizia dello stop agli abbattimenti – che sarebbero costati la vita ad un numero non ancora precisato di marmotte – è stata data dall’associazione dei cacciatori alto atesini, che hanno giudicato incomprensibile la decisione dell’Ispra.
I piccoli roditori sono “accusati” di rovinare i prati con le loro buche e di commettere danni sul territorio provinciale. Da qui la scelta di ridurne la popolazione imbracciando i fucili.
Eppure i metodi alternativi per il controllo del numero delle marmotte non mancherebbero: l’utilizzo di recinzioni elettrificate permetterebbe agli animali di stare lontani da alcune aree, rispettandone però la vita.
Soddisfazione della Lav
«Siamo veramente felici della decisione presa dall’Ispra – ha detto Eros Torbol, responsabile della Lega anti vivisezione di Bolzano –. Ci siamo spesi in prima persona per la salvaguardai delle marmotte, coinvolgendo anche i turisti».
Questi roditori, infatti, sono uno dei simboli della Regione.
«Le marmotte che popolano la provincia di Bolzano sono animali estremamente miti e ne sono ben consapevoli i tanti turisti, affascinati dai fischi d’allarme lanciati dagli animali quando, incautamente, una persona entra nel loro territorio – ha spiegato Massimo Vitturi, responsabile dell’area Animali Selvatici della LAV –. Senza di loro il turismo, in quelle aree, avrebbe subito un duro contraccolpo».
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