Le associazioni animaliste li hanno battezzati “emendamenti filovenatori”, tre proposte di modifica destinate a riaprire il dibattito sulla caccia. Si tratta degli emendamenti 3.0.74, 3.0.75 e 3.0.76 presentati dalla Lega al Decreto Semplificazioni e ammessi al voto in Commissione.
«Simo di fronte a un fatto inconcepibile tecnicamente, vista l’assoluta incongruenza della materia trattata, e gravissimo sostanzialmente: l’approvazione di questi emendamenti modificherebbe in modo pesante la legge sulla tutela della fauna. Vanno bocciati senza esitazione», spiegano Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf.
Di cosa si tratta
L’emendamento 3.0.74, a prima firma Bergesio, trasformerebbe le attuali aziende venatorie, nelle quali non è consentito l’abbattimento degli uccelli migratori, nelle vecchie riserve di caccia che diventerebbero una vera e propria zona franca per un nuovo business sulla caccia.
L’emendamento 3.0.75, a prima firma Ripamonti, consentirebbe di aggirare la norma nazionale di annotazione immediata dei capi abbattuti dai cacciatori, essenziale per evitare che a fine giornata gli abbattimenti siano oltre i limiti consentiti e necessaria a risolvere uno dei contenziosi aperti con la Commissione europea.
Infine, l’emendamento 3.0.76, a prima firma ancora Ripamonti, consentirebbe di ricorrere ai cacciatori per il controllo della fauna. «Con il risultato che per la prima volta in modo sistematico i cacciatori sparerebbero nei parchi», aggiungono le associazioni.
Emendamenti da bocciare senza esitazioni
Se dovessero passare, gli emendamenti rischierebbero di vanificare gli sforzi per la tutela dell’avifauna. «Per questo il nostro appello ai senatori è di bocciare senza esitazioni queste pessime proposte, assumendosi la responsabilità della difesa del patrimonio naturalistico del Paese, riconosciuto e difeso dalla nostra carta costituzionale così come dalle direttive e dalle convenzioni internazionali», concludono le sigle.
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