Nel corso del 2012, l’ultimo periodo per il quale sono disponibili dati completi, la produzione di biocarburanti, ossia i combustibili derivati da biomasse (vegetali e animali) è calata dello 0,4% rispetto all’anno precedente facendo così registrare la prima riduzione dal 2000 a oggi.
Lo segnala il Worldwatch Institute (www.worldwatch.org). Nel dettaglio, riferisce l’istituto di ricerca con sede a Washington, la produzione di etanolo ammonta a 83,1 miliardi di litri, evidenziando un calo rispetto al 2011, mentre quella di biodiesel (che rappresenta il 20% della produzione mondiale di biofuels) è salita leggermente, da 22,4 a 22,5 miliardi di litri. La produzione di biocombustibili, evidenzia il Worldwatch Institute, è letteralmente esplosa dal 2005, quando l’impennata del prezzo del petrolio ha favorito la ricerca di combustibili alternativi. La corsa a questi ultimi si è accompagnata a una crescita dei prezzi delle materie prime agricole, favorita dalla crescita della domanda dei Paesi emergenti e dalla speculazione finanziaria associata all’espansione senza precedenti del mercato dei titoli derivati. I primi cinque produttori di etanolo nel 2012 sono stati: Stati Uniti, Brasile, Cina, Canada e Francia. Ma gli Stati Uniti e il Brasile hanno rappresentato l’87 per cento (61 per cento e 26 per cento, rispettivamente) del totale mondiale.
Oggi i biofuels sono utilizzati in larga parte in Asia e in alcune zone dell’Africa dove la biomassa rappresenta un combustibile particolarmente diffuso (il 38% della popolazione mondiale la utilizza per cucinare). I biocarburanti usati nei trasporti costituiscono invece soltanto lo 0,8% del consumo globale di energia e il 2,5 per cento di tutti i carburanti da trasporto.
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