L’etanolo ricavato dal mais e dalla canna da zucchero e il biodiesel prodotto con le biomasse dovrebbero contribuire a ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera ma, secondo un recente studio dell’Università Michigan Energy Institute (UMEI), potrebbero essere invece globalmente più nocivi per l’ambiente rispetto alle benzine di derivazione fossile.
Gli studiosi guidati dal ricercatore John DeCicco hanno calcolato il bilancio tra il CO2 assorbito durante la coltivazione del mais e quello emesso durante la combustione di etanolo e biodiesel. Il risultato è che l’assorbimento di CO2 nei campi è pari al solo 37% di quello emesso nell’atmosfera durante la combustione. Quindi il risultato è che questi biocarburanti non sono, in effetti, totalmente “carbon-neutral” come si pensava.
Non tutti, però, sono d’accordo su questa conclusione. Il professore di geologia della Harvard University, Daniel Schrag, sostiene che la premessa è errata. “Non è necessario che i biocarburanti siano carbon-neutral per essere un’alternativa dal punto di vista ambientale preferibile ai carburanti fossili. Negli ultimi 10 anni si sono succeduti diversi accurati studi sull’etanolo e sul suo bilancio in carbonio e questi studi hanno fornito un range di risposte diverse, ma tutti riconoscono all’etanolo un risparmio netto in emissioni di CO2 pari a circa il 20% rispetto alle benzine.
Il dibattito sui biocarburanti, comunque, prosegue, anche perché l’aspetto delle emissioni di CO2 è solo una parte della controversia. Molti ambientalisti, infatti, li avversano, preoccupati della crescente deforestazione per far posto a coltivazioni intensive destinate ai biocarburanti. E continuano anche le obiezioni etiche poste dall’alternativa tra cibo ed energia. Direttamente (sottraendo terreno) e indirettamente (facendo lievitare i prezzi) la coltivazione di mais per biocarburanti danneggia, infatti, la produzione di cibo per le popolazioni, in particolare nel Terzo mondo.
L’approccio critico sui biocarburanti di DeCiccio è, in definitiva, innovativo. Egli sostiene che – comparando i diversi tipi di combustibili – non si possa fare il calcolo del rilascio di gas serra solo guardando alla fase di combustione, ma che vada preso in considerazione tutto il processo di produzione del carburante. In quest’ottica, poiché durante la sua coltivazione il mais toglie terreno alle foreste, che sono più efficaci nell’assorbire CO2 dall’atmosfera, il bilancio totale dei gas serra non risulta così favorevole ai biocarburanti.
DeCicco conclude che “la riforestazione e la protezione degli ecosistemi è il miglior modo per rimuovere CO2 dall’atmosfera”
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