La Calabria diventa la prima regione italiana a eliminare dai disciplinari dell’agricoltura integrata il glifosato – uno degli erbicidi più usati al mondo – considerato “probabilmente cancerogeno” dall’OMS ma, nonostante questo, autorizzato all’uso in Italia e il cui utilizzo è stato prorogato fino alla fine del 2017 dalla Commissione europea.
Per raggiungere l’obiettivo di diventare una regione a “glifosato zero”, la Calabria ha escluso le aziende agricole che utilizzano il contestato diserbante dai finanziamenti del PSR (Piano di sviluppo rurale).
«La Calabria ha fatto un importantissimo passo in avanti nella battaglia contro il glifosato, prendendo per prima la decisione che avevamo chiesto a tutte le Regioni italiane» ha affermato la portavoce della campagna #STOPGLIFOSATO Maria Grazia Mammuccini. «Le Regioni hanno il potere di accelerare i tempi della decisione europea, utilizzando gli strumenti a loro disposizione».
L’Organizzazione mondiale della sanità, attraverso l’Istituto di ricerca sul cancro di Lione, ha messo in guardia già un anno fa i cittadini e gli agricoltori sulla probabile cancerogenicità del glifosato. L’iniziativa della Regione Calabria è stata appoggiata anche da una serie di realtà associative che fanno parte della Coalizione #StopGlifosato.
«Bersaglio centrato – commenta Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria –. L’agricoltura calabrese ha tutto da guadagnarci, perché si qualifica sempre di più come garante della sicurezza alimentare, conferma alti standard qualitativi e valorizza ulteriormente le proprie produzioni. È una decisione che in questi mesi abbiamo fortemente richiesto e che ci pone ai primi posti quale territorio vocato al biologico e a produzioni di qualità eco-sostenibili».
Meno soddisfatti sono apparsi, invece, i rappresentanti della grande produzione. Sulla decisione della Giunta regionale i presidenti di Confagricoltura, Cia, Copagri e Confcooperative Calabria, in una nota commentano: «Sul glifosato avevamo chiesto di attendere una decisione definitiva adeguandoci alle prescrizioni che accompagnavano la proroga decisa dalla Commissione europea».
L’importanza di fare chiarezza
La decisione della Regione Calabria segue di pochi giorni un’altra vittoria importante delle Ong sui colossi dell’agrochimica: la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha infatti ribadito che i cittadini hanno il diritto di essere pienamente informati riguardo ai pesticidi, la loro natura e i loro effetti sull’ambiente. La precisazione è fondamentale, perché quando viene presentata una richiesta di accesso a documenti ambientali, tale concetto precisa la Corte «copre anche le informazioni riguardanti la natura e gli effetti del rilascio di un pesticida nell’aria, nell’acqua o nel suolo, o sulla vegetazione». L’industria fitosanitaria, invece, considerava finora come “emissioni” soltanto quelle sotto forma di CO2 o altri gas serra nell’atmosfera, fornendo invece in modo parziale e lacunoso i dati contenuti negli studi sugli effetti del glifosato da loro condotti.
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