Woodvivors è il progetto ideato da Francesco Paolo Lanzino, palermitano, che è in viaggio a piedi da Palermo a Torino in compagnia di due mule alla scoperta del lato rurale del nostro Paese lungo il tracciato del Sentiero Italia CAI.
di Francesco Paolo Lanzino
26/04
Galliciano. La quantità di esperienze vissute passando da questa località fa riflettere sulla qualità del viaggiare a passo lento, apprezzando ogni dettaglio della vita altrui e delle esperienze di coloro che decidono di condividerle con chi vuole ascoltare la loro storia. Artigiani e pastori ci hanno descritto un mondo diverso da quello a cui siamo abituati in città.
27/04
Il rifugio del biancospino. Nella fattoria di Antonio abbiamo avuto la fortuna di conoscere Margherita, un piccolo cerbiatto, raccolto per sbaglio nel bosco da un contadino che credeva si fosse smarrito. I Proprietari del Rifugio lo hanno accolto con loro.
28/04
Nel cuore del Parco nazionale dell’Aspromonte. Gambarie è ricca di torrenti lucenti e vegetazione. Il Sentiero delle fate è un posto magico e suggestivo, le mule hanno attraversato questi luoghi meravigliate tanto quanto noi. Abbiamo riposato a Piano Zervò, all’interno di un ranch. Gina, Agnese e Iris hanno trascorso la notte in compagnia dei cavalli e degli animali del luogo. Noi ci siamo goduti il silenzio e la pace che il posto è riuscito a donarci.
29/04
Da Trepitò a Passo del Mercante. Dopo 12 km sulle cime di questo massiccio boscoso, coperte da querce lecci, pini, abbiamo deciso di accamparci a Passo del Mercante.
30/04
Passo del Mercante – Limina. Sabato e domenica siamo rimasti a Limina. Abbiamo montato il campo base, per lavare i vestiti e fare nuove conoscenze.
01/05
Abbiamo incontrato Antonio, pastore calabrese. Con lui abbiamo mangiato ricotta affumicata, formaggio di capra, salumi e tantissime specialità locali. I suoi prodotti sono fatti con il latte delle sue capre. Antonio ci ha fatto conoscere e documentare tecniche per fare la ricotta di capra affumicata. Il latte di capra viene munto la mattina all’alba, versato nelle pentole in rame e riscaldato sul fuoco a legna. La ricotta calda viene pressata nelle forme e successivamente messa in forno su un letto di felci, affumicandola lentamente. «Un processo unico, che preserviamo da generazioni» ci ha raccontato Antonio, sorridendo.
04/05
Passaggio da Fabrizia. Francesco ha deciso di salire a cavallo su Agnese, abbiamo camminato così proseguendo per le vie del paese, attraversandolo tra volti stupiti e gente incuriosita. Ci hanno augurato buon cammino e buon viaggio. Molti passanti ci hanno chiesto da dove venissimo e dove stessimo andando. Torino è lontana ma i sorrisi e l’accoglienza ammorbidiscono le difficoltà del viaggio e lo rendono più leggero.
05/05
In cammino da Fabrizia verso Mogiana. Lungo il percorso abbiamo incontrato Damiano e Andrea. Vogliono sapere tutto di noi e della nostra spedizione. Andrea ci ha procurato una stalla per fare riposare le mule e l’asina. Non ci aspettavamo questa calda accoglienza dalla gente del luogo. La Calabria ci sta stupendo ogni giorno di più, i sentieri immersi nella natura, le persone accoglienti e disponibili che si sono impegnate a raccontarci la loro vita. Abbiamo ascoltato storie e racconti di come il paesaggio e il mondo rurale siano cambiati nel tempo, di come sia la natura a dettare i tempi, e nel rispetto di essi l’uomo possa integrarsi, coltivare, allevare e vivere secondo le antiche regole dei cicli stagionali. Alessandro e Andrea sono due fratelli con la passione per l’apicoltura. Ci hanno mostrato il loro lavoro che si basa sul rispetto dei cicli stagionali e naturali di terra, piante ed animali.
07/05
Siamo in primavera, il periodo migliore per poter apprezzare la diversità vegetale del territorio. Abbiamo visto con i nostri occhi alberi spogli mischiati ai sempreverdi, le prime gemme spuntare sugli alberi e trasformarsi in foglie rigogliose.
09/05
Un mestiere antichissimo sopravvissuto alle tecnologie moderne proprio sulle montagne di Serra San Bruno. I lavoratori del carbone appartengono alla sesta generazione di carbonai. Il loro metodo è lo stesso che veniva utilizzato dai fenici. Le cataste di legno vengono disposte attorno al camino centrale. Il materiale è posto dal centro verso l’esterno posizionato in base alla dimensione. Il carbone brucia piano piano. Non ci sono fiamme, solo braci che lentamente consumano il legno e lo rendono carbone. La struttura è a forma di cupola ricoperta da paglia e terra. Le carbonaie impiegano dai 15 ai 30 giorni per ottenere il prodotto finale. I carbonai lavorano dalle 8 alle 11 ore al giorno per garantire la qualità del carbone. Con le scale si alimenta il camino all’interno delle carbonaie, che vengono controllate ogni due ore. Per un quintale di carbone ci vogliono sei quintali di legno, il processo è lento e per ottenere un carbone di qualità ci vogliono esperienza ed attenzione. Anticamente il trasporto del carbone avveniva con l’ausilio dei muli. I carbonai sono fieri del loro lavoro e non hanno esitato a mostrarci tutte le procedure e gli strumenti di quest’arte antichissima!
12/05
Ultimate le riprese abbiamo proseguito il cammino. A Serra San Bruno abbiamo preso contatto con l’associazione culturale “il brigante”, i giovani del paese che si occupano della promozione e dello sviluppo dei territori.
14/05
Sosta a Girifalco per tenere le mule al sicuro data l’allerta meteo. Lasciate le mule nel luogo protetto ci siamo diretti con l’equipe a Cortale, un paese vicino, dove abbiamo incontrato la signora Marianna, tessitrice di seta. Ci ha mostrato il processo di produzione di questo materiale, dai bachi al tessuto.
I bachi da seta passano da larve a bruchi in circa 20 giorni. Finito il processo di sviluppo iniziano a chiudersi dento i loro bozzoli producendo un filo sottile di seta con il quale si avvolgono. I filamenti vengono estratti dai bozzoli prodotti dai bachi. Tramite bollitura viene trovato l’inizio del filo e processato per creare il prodotto grezzo. Successivamente viene filata la seta e resa filamento pregiato pronto per essere inserito nel telaio. Centinaia di fili vengono tesi e posizionati all’interno della struttura. Grazie alle conoscenze degli artigiani combinate con le capacità di questo macchinario che possiede ancora la forma tradizionale è possibile creare tessuti pregiati con trame diverse e intrecci particolari.
15/05
Artigiano delle zampogne. Ha appreso il proprio mestiere da autodidatta, perfezionandolo negli anni. L’unico problema è che ha regalato un flauto a Francesco che continua a suonare non lasciandoci più in pace.
16/05
Riprende il viaggio… in cammino verso Tiriolo.
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