Fin da bambino ho sempre amato gli animali e ho spesso avuto per compagni di gioco sia cani che gatti.
Non ho mai avuto paura dei cani e ritengo di avere un ottimo rapporto con questi fidati animali domestici, infatti sono sempre riuscito a instaurare buone relazioni con loro anche nel volgere di un breve approccio.
Soltanto da ciclista ho dovuto resettare il mio entusiasmo verso il miglior amico dell’uomo e trattenere il mio slancio nel fargli festa.
Purtroppo ho notato, nei miei tanti chilometri percorsi in sella, che i cani non amano i ciclisti, anzi che le biciclette in movimento istigano in loro le peggiori reazioni e una notevole dose di aggressività.
Non sono ancora riuscito a capire, o a farmi spiegare dai proprietari dei cani, da che cosa è stimolato il loro istinto quando s’imbattono nel binomio bicicletta/ciclista.
C’è chi suggerisce che le ruote in movimento siano un’attrattiva troppo stimolante per lasciarsela sfuggire.
Io personalmente penso che un ciclista che sfreccia davanti a un cane rappresenti una potenziale preda da inseguire, suscitando in lui sentimenti di gioco e di conquista; insomma, qualcosa con cui può essere divertente misurarsi.
La velocità di un ciclista non è proibitiva per un cane che prova a inseguirlo, inoltre, se il ciclista prosegue nel suo incedere, agli occhi del cane sembrerà una preda che scappa perché impaurita dal suo abbaiare e questo aumenterà l’autostima nell’animale e il suo desiderio di conquista.
Una macchina che sfreccia davanti a una casa protetta dal suo cane, è per lui, qualcosa di abituale, poco stimolante e dal punto di vista olfattivo assolutamente anonimo: una scatola di metallo puzzolente come tante.
Ma un ciclista che gli passa davanti pedalando è subito riconoscibile come essere umano, emette degli odori e incede a una velocità sostenibile per l’animale.
Ripetendo molto spesso da anni i medesimi giri, ormai conosco a vista i cani che proteggono le varie proprietà di fronte alle quali transito, quindi suppongo che ormai siano in grado di riconoscermi, anche se, inevitabilmente mi rincorrono abbaiando, ma lo fanno, almeno io m’illudo sia così, con aria più giocosa e meno feroce.
Probabilmente, chiusi in un giardino, si annoiano e cercano di attirare la mia attenzione.
Non ho mai osato fermarmi a coccolarli attraverso le sbarre del cancello. Se mi mordessero passerei immediatamente dalla parte del torto e io stesso mi darei del cretino!
Ho imparato sulla mia pelle che, mentre si pedala, ignorare un cane che ti rincorre e ti abbaia dietro è assolutamente controproducente.
Tempo fa, transitando lentamente in bici davanti all’aia di una fattoria in cerca della mia strada, ho sentito un cane abbaiarmi alle spalle.
Io non ho accelerato, non l’ho degnato di uno sguardo e ho continuato sprezzante nel mio incedere, anche se intuivo che l’animale si stava avvicinando.
Nel volgere di un secondo mi ha raggiunto azzannandomi in modo deciso un polpaccio.
Incredulo mi sono voltato e ho visto il cane, ormai soddisfatto, che rientrava scodinzolante verso la sua fattoria.
Da lì ho imparato che se un cane ti insegue val la pena di controllare le sue mosse e sganciare il piede dal pedale e, se si avvicina ulteriormente, fargli assaggiare i tacchetti della scarpa. Questo lo induce immediatamente a più miti consigli.
In alternativa è sempre meglio fermarsi e fronteggiarlo, anche in questo caso il cane non ha il coraggio di venire avanti.
Ho sentito racconti di ciclisti che si sono trovati circondati da branchi di cani randagi, per fortuna nei miei tanti anni in bicicletta non mi sono mai imbattuto in tali situazioni.
Comunque, la maggior parte dei cani che vanno a zonzo, lontano dalla propria casa, o dai loro proprietari, tendono a ignorati quando li incroci pedalando. Forse
In conclusione, cari amici di pedale, facciamocene una ragione: i nostri rapporti con gli automobilisti non sono certamente idilliaci ma anche con i nostri amici cani non ce la caviamo troppo bene.
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