Da tempo si conoscono le doti degli elefanti, in grado di comunicare fra loro nei modi più diversi e di provare emozioni assimilabili a quelle umane. Ora un nuovo studio effettuato in Sudafrica evidenzia che il potentissimo olfatto dei proboscidati potrebbe salvare molte vite umane.
Come? Permettendo di individuare esplosivi che poi verrebbero opportunamente disinnescati evitando esplosioni e perdite umane. I test effettuati dimostrano che gli elefanti possono risalire alla presenza di tritolo sotto sacchi pieni di essenze maleodoranti, ma anche prodotti industriali come la candeggina o il sapone. Da qui gli esperti intendono partire per assoldare i grossi mammiferi nella ricerca di esplosivi nei territori di guerra.
Una strategia che fa rabbrividire, ma che, di fatto, potrebbe essere applicata nei prossimi anni in alcune zone soggette a conflitti e guerre civili. Gli elefanti trattati – Shan, Mussina, Chishuru – sono in grado di segnalare la presenza di esplosivo alzando una gamba anteriore. Lo rivelano gli uomini dell’esercito americano che hanno condotto gli esperimenti a nord di Pretoria, guidati da Stephen Lee, dell’US Army Research Office.
Lo scienziato segnala che il potenziale degli elefanti è addirittura superiore a quello dei cani, da tempo impiegati per questo tipo di operazioni. Lo conferma uno studio condotto a Tokyo, secondo il quale i proboscidati posseggono almeno 2mila geni deputati alle azioni olfattive, più di quelli che rappresentano l’olfatto dei canini e degli umani.
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