Insieme a Elba, Giglio, Montecristo, Pianosa, Giannutri, Gorgona e alcuni isolotti minori sparsi nel Mare Tirreno, tra la Toscana e la Sardegna, Capraia fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelgo Toscano.
Ogni isola ha un suo carattere e una sua vocazione. Gli aspetti comuni sono il clima e un mare ancora ben conservato, seppure affollato nella stagione estiva. La diversa natura delle isole, alcune vulcaniche, altre sedimentarie, ha favorito la presenza di piante e animali endemici o altrove decisamente rari, con diverse specie provenienti da Corsica e Sardegna.
Uno stagno straripante di vita al centro di Capraia
Al centro dell’isola, a 321 metri sul livello del mare, le rocce di Capraia vanno a formare un invaso poco profondo. Viene chiamato lo Stagnone e, in effetti, è un laghetto che si estende al massimo per 5000 metri quadri, è profondo meno di metro.
La sua importanza, tuttavia, va ben oltre le dimensioni che occupa. Lo Stagnone è infatti l’unica riserva d’acqua dolce presente tutto l’anno sull’isola. Per questo l’area è diventata una calamita per molte specie animali che vengono qui ad abbeverarsi. Molti uccelli, compresi tantissimi migratori, si avvicinano timidamente all’acqua per rubare un rapido sorso.
Ma ai falchi pellegrini che pattugliano l’isola non è sfuggita questa consuetudine. Così i più fortunati potranno osservare le straordinarie acrobazie che questi rapaci eseguono per catturare le prede.
L’abitante più tipico di questo stagno è un anfibio, la raganella sarda (Hyla sarda), specie presente solo in Sardegna, Corsica e sulle isole toscane, che anima le notti primaverili con il suo potente canto. In questa stagione, soprattutto ad aprile e a maggio, lo Stagnone dà il meglio di sé, quando le sue acque si ricoprono delle bianche fioriture del ranuncolo accompagnate, tutto attorno, da quelle degli asfodeli.
L’estremità meridionale di Capraia
È tra le zone più suggestive dell’Arcipelago. Per raggiungerla dallo Stagone bisogna superare la lieve salita che porta verso il Monte Arpagna.
Sulla sua cima, 410 m slm, i resti di un vecchio osservatorio militare che serviva per controllare il traffico navale nell’Alto Tirreno e che oggi regala una bellissima vista sull’isola di Montecristo e sulla Corsica. Da qui per raggiungere la Punta dello Zenobito bisogna calcolare circa due ore fra discesa e risalita.
Ma il tragitto è ripagato dalla vista che si gode dall’antica torre, lasciata dalla Repubblica di Genova nel XVI secolo a vigilare in cima alla scogliera di Cala Rossa. In basso le rocce vulcaniche color mattone acceso si tuffano nel mare profondo, dal blu intenso.
Dove osservare cosa
A Capraia si possono fare diverse osservazioni uniche. A cominciare dai mufloni, introdotti in passato per scopi venatori. I punti migliori per vederli sono attorno al paese, nei pressi dell’ex colonia penale e sulle rocce del sentiero che va verso la spiaggia di Mortola.
Altre presenze curiose dell’isola sono le berte maggiori e minori, grandi uccelli marini che passano quasi tutto il tempo in volo sulle onde. A primavera inoltrata e in estate vengono a nidificare sulle falesie in posizioni inaccessibili. Durante la notte emettono suoni piuttosto inquietanti, simili a miagolii e gemiti lamentosi di bambini, che possono essere facilmente ascoltati, con il favore delle tenebre, presso Punta Bellavista, al Forte di San Giorgio o al Faro, a Nord del paese.
A Capraia si trova anche una decina di coppie nidificanti di marangone dal ciuffo, che di frequente si soffermano sulle coste attorno al paese. I giovani sono piuttosto confidenti e, a volte, possono essere avvicinati a nuoto. Anche il gabbiano corso ha qui una piccola colonia, molto più attiva tra marzo e agosto. I punti migliori per vederli durante la pesca sono le baie a Nord e a Est.