“No, non è la Bbc, questa è la Rai, la Rai-Tivù…” cantava Renzo Arbore nello stacchetto-tormentone di Alto Gradimento per affermare in modo ironico che anche nella nostra emittente di Stato, a volte, si potevano trovare sprazzi di intelligenza.
Oggi, invece, la situazione pare che si sia invertita, e sprazzi di ottusità trovano casa pure alla Bbc. Sentite un po’ cos’è successo, secondo quanto riferito dal Telegraph qualche giorno fa: ai giornalisti dell’ente radiotelevisivo pubblico britannico sarebbe stato consigliato di non invitare più ospiti “scettici” sul global warming nelle trasmissioni in cui si parla di clima.
Ora, è importante conoscere il prestigio e la credibilità degli invitati messi in discussione (nell’articolo si fanno i nomi, Lord Lawson, Andrew Montford, Johnny Ball, Bob Carter, che a noi però dicono poco e niente). Nel caso fossero dei ciarlatani privi di credenziali scientifiche, la Bbc rimedia una brutta figura per avere dato loro la possibilità di esprimersi di fronte a un vasto pubblico. In caso contrario, la scelta della Bbc è ancora più deprecabile, perché suonerebbe come un grave atto di censura.
In ogni caso, di fronte a qualsiasi tema scientifico, il clima o altro, il vero pericolo è il conformismo che si nasconde dietro il consenso, perché il consenso è una nozione più politica che scientifica. La scienza non è democratica. E non si può considerare una teoria più giusta di un’altra per il fatto che la maggioranza si esprima a suo favore. Anche perché il consenso scientifico si è ribaltato più e più volte nel corso della storia.
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