Anche i cani hanno il proprio body language. E quando si tratta di relazionarsi con un simile che incontrano per la prima volta, il linguaggio del corpo assume un’importanza strategica.
L’importanza dei segnali calmanti
Il team di ricercatori del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa – composto da Chiara Mariti, Caterina Falaschi, Marcella Zilocchi, Claudio Sighieri, Asahi Ogi e Angelo Gazzano –, ha analizzato alcuni dei segnali calmanti che i cani domestici si scambiano fra loro per inibire eventuali comportamenti aggressivi. Si tratta di comportamenti ben precisi come, ad esempio, immobilizzarsi, farsi piccoli o sollevare la zampa anteriore, leccarsi il naso e girare la testa.
L’esperimento ha coinvolto 24 cani, 12 maschi e altrettante femmine, che sono stati fatti incontrare con altri quattro zampe visti per la prima volta, ma anche con alcuni già conosciuti in precedenza.
In totale i ricercatori hanno osservato 2.130 segnali calmanti, la maggior parte dei quali sono emessi durante gli incontri fra cani sconosciuti. Girare la testa, leccarsi il naso, immobilizzarsi e allontanarsi sono risultati essere i comportamenti più frequenti quando i due cani sono stati messi uno di fronte all’altro per la prima volta.
Tra i cani conosciuti, invece leccare la bocca dell’altro animale è la prassi.
In generale, nessuno dei 109 comportamenti aggressivi osservati dai ricercatori è stato preceduto dall’emissione di segnali calmanti. In caso di interazioni cominciate in maniera ostile, invece, la rapida emissione di segnali calmanti ha quasi sempre portato alla riduzione dell’aggressività.
Applicare il metodo scientifico ai comportamenti animali
La particolarità dello studio dell’ateneo toscano è che, per la prima volta, i comportamenti degli animali sono stati analizzati secondo una metodologia scientifico-sperimentale.
«Nel mondo cinofilo è poco frequente che si ricorra al metodo scientifico – ha spiegato Chiara Mariti –, in questo caso, invece, abbiamo testato scientificamente un’ipotesi basata su osservazioni e aneddoti, il che rappresenta una novità da ripetere al fine di rendere attendibili le teorie su cui ci basiamo per interpretare il comportamento del cane».
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