Si svolge oggi e domani a Bruxelles una riunione del Consiglio europeo dalla quale dovrebbe uscire un nuovo quadro politico su clima ed energia. Il premier Renzi nei giorni scorsi ha detto che ci sarà “un gigantesco investimento sulla creazione di posti di lavori legati alla crescita verde”. Staremo a vedere. Di certo c’è che il nostro Presidente del Consiglio, in qualità di Presidente di turno, è chiamato a giocare un ruolo centrale in questo summit. Intanto occorre registrare che, purtroppo, si presenterà all’appuntamento rappresentando un Paese che ancora una volta è in ritardo.
Nelle scorse settimane, proprio mentre l’Italia riviveva l’incubo delle alluvioni che hanno messo in ginocchio Genova e Parma, l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) ha presentato un rapporto sull’adattamento ai cambiamenti climatici che analizza quanto sia stato fatto nel continente per prevenire le catastrofi provocate dai sempre più frequenti eventi estremi. Su 33 Paesi europei, quindi non solo quelli dell’Ue, 21 si sono già dotati di una strategia di adattamento e 17, soprattutto in Nord e Centro Europa, hanno anche un piano nazionale. L’Italia non rientra fra questi.
“Non accettiamo che nessuno in Europa faccia il professore trattando gli altri come studenti” aveva twittato Renzi a inizio mese. D’accordo, ma per evitare che questo accada dovremmo sforzarci di “fare i compiti a casa”.
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