Si è già parlato dello sbiancamento dei coralli che sta avvenendo alle isole Fiji, alle Hawaii e in Nuova Caledonia a causa delle alte temperature portate da El Niño.
In Australia, gli ultimi dati diffusi sono allarmanti: circa il 93% dei coralli della Grande Barriera sono stati colpiti dal fenomeno del coral bleaching. Solamente il 7% della barriera è rimasto intoccato da questo evento, già accaduto in passato ma mai con un tale portata.
Un sondaggio aereo, portato a termine dal gruppo di scienziati parte della National Coral Bleaching Taskforce ha rivelato che, delle 911 scogliere coralline esplorate, solamente 68 non riportano segni di danneggiamento. La parte nord risulta essere stata la maggiormente colpita: il livello di sbiancamento varia tra il 60% e il 100% in questa area.
La temperatura insolitamente elevata, causata dal fenomeno climatico El Niño, è probabilmente la prima causa di questo danneggiamento. Un evento simile,seppure non così esteso, era già avvenuto nel 1998 e il 2002.
Il ricercatore Terrey Hughes, presidente della National Coral Bleaching Taskforce confermerebbe il record, spiegando che: “La parte nord della Grande Barriera Corallina è talmente danneggiata che sembra essere stata colpita da 10 cicloni tutti in una volta”. Invece, le temperature più basse hanno permesso un livello di sopravvivenza più elevato nella parte sud della Barriera.
A questo punto il futuro della Barriera è appeso ad un filo. Lo sbiancamento non significa decesso ma, nel caso in cui la temperatura non si dovesse abbassare rapidamente, la perdita di un tale ecosistema comporterebbe un danno irreparabile nell’equilibrio dell’ambiente oceanico, in quanto i coralli potrebbero impiegare decenni per ripopolare i reef.
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