La vicenda degli abbandoni di animali domestici per paura che possano trasmettere il coronavirus è diventata un vero e proprio giallo.
Tutto è partito da una campagna social lanciata dall’Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali Ambiente), che denunciava un aumento esponenziale degli abbandoni di animali da compagnia, in tutta Italia e in particolare nella provincia di Cremona. Sembrava l’ennesima tragica conseguenza della psicosi generata dalla paura del COVID-19.
Subito, il Commissario per l’emergenza della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha chiarito e ribadito per l’ennesima volta che in nessun modo è stata dimostrata la possibilità di diffusione del contagio tra i cani e le persone.
Ma la vicenda si è tinta di giallo dopo che il quotidiano La Stampa, con una pregevole inchiesta giornalistica, ha interpellato l’Associazione medici veterinari italiani, la LAV, la Lega animalista, numerosi rifugi e canili in tutta Italia. Ebbene, per fortuna, come conferma Marco Melosi, presidente Anmvi: «Smentisco ufficialmente che gli abbandoni di cani siano in aumento in Italia. Abbiamo avuto contatti con vari canili e non risultano ingressi in surplus in questo momento».
In attesa della soluzione del giallo degli abbandoni, è però importante fare chiarezza sulla fobia del contagio. Ne parla la dottoressa Elena Marini, medico veterinario, in un post pubblicato sulla pagina Facebook della Rhodesian Ridgeback Club d’Italia.
I cani possono trasmettere il coronavirus?
«Gli animali domestici non trasmettono il COVID-19. Alla base di questo timore esiste molta confusione circa i coronavirus e le regole igienico sanitarie che devono essere seguite».
Cosa si intende per coronavirus?
«Con il termine Coronavirus non si identifica un unico virus ma un intero gruppo, una categoria di diversi virus che appartengono alla famiglia Coronaviridae.
All’interno di questa famiglia possiamo distinguere Alpha- e Beta- coronavirus, che infettano di solito i mammiferi, e poi Gamma- e Delta- coronavirus che infettano, invece, uccelli e pesci.
I nostri animali domestici possono essere infettati da Alpha – coronavirus quali: il coronavirus canino (virus gastroenterico) e il coronavirus felino (la temibile FIP), ma entrambi questi virus appartengono a una categoria diversa dal COVID-19.
Infatti, il COVID-19 fino a prova contraria, appartiene alla sottocategoria dei BETA-coronavirus. Questo ci fa quindi presumere che i nostri animali domestici non siano a rischio trasmissibilità.
Tutti i coronavirus conosciuti in grado di infettare l’uomo – solamente 6 – causano sintomatologia respiratoria acuta (a questo gruppo appartengono la Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus SARS_CoV (2002-2003) e a Middle East Respiratory Syndrome Corornavirus MERS-CoV (2012). Tutti questi coronavirus sono dei BETAcoronavirus.
Il COVID-19 è geneticamente più simile alla SARS Che alla MERS, ma entrambi sono Betacoronavirus che hanno avuto origine dai pipistrelli.
Non ci sono ancora dati certi che il COVID-19 si comporti come SARS e MERS, ma possiamo usare le informazioni del coronavirus “conosciuti” come linee guida WSAVA (World Small Animal Veterinary Association).
“Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo Coronavirus”. Questa affermazione dalla WSAVA è poi condivisa da tutte le autorità sanitarie mondiali, che ricordano però una misura di ordinaria igiene: lavarsi le mani con acqua e sapone dopo ogni contatto, anche con il proprio pet. Detto questo, la World Small Animal Veterinary Association (WSAVA) ha predisposto un documento per aiutare i Medici Veterinari a rispondere alle domande frequenti sul nuovo coronavirus (2019 n-CoV) e rassicurarli circa il rischio di infezione. Il documento è datato 9 febbraio 2020.
La prima regola imposta a tutti i veterinari è quella di far mantenere la calma – “Sollecitate i proprietari a non lasciarsi prendere dal panico”– raccomanda la WSAVA, perché cani e gatti non trasmettono il virus. Il presidente della WSAVA, il dott. Shane Ryan, si è detto preoccupato per il rischio che, a livello globale, COVID-19 possa determinare un aumento di cani e gatti abbandonati o in condizioni di sotto-accudimento.
Per quanto poi riguarda i proprietari in quarantena, Michael Lappin, presidente del Comitato One Health della WSAVA, raccomanda ai veterinari di dare ai proprietari i seguenti consigli, qualora fossero in quarantena, anche volontaria:
- tenere con sé i loro animali da compagnia
- tenere i gatti all’interno
- provvedere alle cure di eventuali pets che rimangono in casa, nel caso in cui i loro proprietari abbiano familiari o amici ospedalizzati da accudire
- contattare il proprio veterinario in caso di domande o dubbi».
Domande e risposte frequenti
Devo evitare il contatto con animali domestici o altri animali se sono malato?
Non bisogna mai maneggiare animali domestici o altri animali quando si è malati: è una misura di buonsenso volta a proteggere i nostri amici pelosi. Ovviamente non fa eccezione il nCoV-2019. Accorgimento supplementare: indossare una mascherina se il contatto con gli animali è necessario, ad esempio se si è gli unici a prendersene cura. Le persone con diagnosi di nCoV-2019 dovrebbero stare lontano sia dalle persone che dagli animali domestici per proteggerli.
Cosa fare se l’animale ha bisogno di cure ed è stato in contatto con una persona contagiata dal nuovo coronavirus?
La raccomandazione è di avvisare il medico veterinario, prima di portarlo direttamente in ambulatorio, di informarlo del contatto dell’animale con persona contagiata e di attenersi alle indicazioni della struttura veterinaria.
Quali sono le preoccupazioni relative agli animali domestici che sono stati in contatto con persone infette da questo virus?
Il virus si sta diffondendo da persona a persona. Ad oggi non ci sono prove chi i cani e i gatti possano essere infettati dal nCoV-2019.
Riguardo al caso isolato di positività in un cane registrato ad Honk Kong, la FNOVI (Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani) ha redatto delle brevi delucidazioni: (28-02-2020) “Se confermato, il ritrovamento di tracce di virus in un tampone effettuato su cavità nasali e orali di un cane convivente con il proprietario infetto da coronavirus non significa assolutamente nulla in termini di diagnostica virologica. Non vi è nessuna evidenza scientifica di un trasferimento dell’infezione da uomo a cane, men che meno da cane a uomo. La presenza di tracce di virus nell’animale potrebbe essere del tutto casuale e dovuta al suo semplice contatto con il proprietario”.
Questo è il commento di Fnovi alla notizia che sta rimbalzando da Hong Kong in Italia tramite il tabloid inglese Daily Mail che a sua volta ha ripreso la notizia da Dimsum daily.
Invitiamo quindi tutti i proprietari di animali domestici a non farsi prendere dal panico, a seguire le normali regole di igiene nella cura dei propri pet e a contattare il proprio veterinario in ordine a consigli e regole da seguire.
Diffidate dalle fonti non ufficiali, usate la testa e attenetevi alle direttive del DPDM. #andràtuttobene
Fonti: World Small Animal Veterinary Association (WSAVA); Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani (FNOVI)
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