Sono colpito da quello che accade, non dal maledetto Coronavirus, ma dalla gente che si ostina a non capire, che si sente superiore, che fa la fatalista a tutti i costi.
Partiamo da un presupposto. C’è un’emergenza mondiale. Esiste un virus che in maniera esponenziale attacca chiunque, giovani e meno giovani.
Si è capito come attacca e come difendersi. La difesa non ha metodi alternativi, se non quello di chiudersi (barricarsi!) in casa ed esporsi soltanto per necessità primarie… procurarsi il cibo e i medicinali.
Torniamo in qualche modo alle origini, quando l’uomo doveva confrontarsi con bestie feroci che se lo volevano mangiare.
Il virus non si nutre di noi, ma per vivere deve passare da uomo a uomo, altrimenti si blocca. E anche se non ci mangia, può comunque ucciderci.
E ha maggiori probabilità di successo se “uomini superiori” o menefreghisti sottovalutano la gravità della situazione.
La maggior parte delle malattie è nota o viene studiata e, comunque, abbiamo imparato ad affrontarla. Diverso è se, invece, parliamo di un’epidemia che si sta trasformando addirittura in pandemia, come in questo caso, quando a esser colpite sono più popolazioni e in diversi continenti.
Allora cosa deve fare l’uomo moderno, ultra (troppo) informato?
Ascoltare notizie provenienti da fonti sicure
Perché ci sono le fake news anche in queste situazioni grazie a miseri personaggi che le inventano per accumulare consensi virtuali: sono pericolose e non ci informano. Anzi, ci danneggiano e spesso, volutamente, creano il panico senza indicare vie d’uscita.
Ma quali sono le fonti sicure? Sicuramente quelle di medici che stanno rischiando la propria vita per noi.
A Casatenovo, in Brianza, dove ha sede la nostra casa editrice, per il secondo mandato consecutivo abbiamo un giovane sindaco indipendente che alterna all’attività istituzionale, quella di medico al Niguarda, nel Reparto Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso. È una persona abituata a “vederne di tutte”, come possiamo ben immaginare.
Nonostante ciò, sta attraversando in questi giorni il momento più brutto della sua vita.
La sua testimonianza è da leggere, per questo stralcio alcuni passaggi della sua lettera ai casatesi e invito tutti, non solo i lombardi, a tenerne conto:
«Non c’è spazio e tempo neanche per la fatica (…) Angoscia per i tanti pazienti che precipitano in condizioni di insufficienza respiratoria severa in poche ore (e non solo anziani!), angoscia per l’esposizione cui gli operatori sanitari stessi sono chiamati ora per ora (…), angoscia ogni volta che si torna a casa da mogli, mariti, figli, genitori, angoscia per le risorse umane e tecnologiche che sono al limite. (…). Regione Lombardia e gli Ospedali lombardi stanno mettendo in campo tutto il possibile, la voce delle autorità regionali è chiara. Dovreste esserne orgogliosi, dovreste avere rispetto, ma molti di voi, con assurda irresponsabilità, non la vogliono ascoltare quella voce chiara.
Molti non stanno capendo, forse non ce la fanno proprio a capire. Molti ci deludono, molti ci sbeffeggiano con un’irresponsabilità per la quale non ci sono parole.
Vi è stato chiesto di restare a casa, non vi è stato chiesto di esporvi per visitare, curare, ventilare, intubare, soccorrere pazienti infetti che vi possono infettare nonostante tutte le protezioni del caso. Abbiate rispetto almeno per voi stessi se non di chi fa fatica, dorme poco (…) ha incubi indicibili, paure profonde che pensava di non poter mai sentire in modo così pervasivo.
Io vedo giornalmente il volto di medici esperti, medici di cui mi fido ciecamente, coperti di un’angoscia e una delusione che mi preoccupano.
Vogliamo andare oltre tutti, assieme a questa cosa che ci è capitata. Senza di voi non si riesce.
Non vogliamo che voi siate i prossimi pazienti, non vogliamo che voi, circolando liberamente (non si sa peraltro per quali futili esigenze) siate la fonte di altri cinque, dieci, quindici infezioni.
Ma si può sapere cosa cavolo avete da fare in una situazione così?
Vi auguro di non dover un domani ripensare a questi giorni e ritrovare voi stessi fra i piccoli furbi, gli incoscienti superficiali e gli opportunisti di sempre.
Io sono certo che alla fine sarà il coraggio di alcuni a vincere la piccolezza di molti, ma un prezzo dovremo pagarlo, e il prezzo sarà pari all’irresponsabilità di questi molti».
Filippo Galbiati
Sindaco di Casatenovo
La versione completa della lettera, pubblicata su Casateonline, è disponibile qui
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