Nel nostro Paese ben 817 comuni non sono dotati di sistemi per un adeguato trattamento delle acque reflue. La Commissione europea ha inviato al governo italiano un parere motivato in cui chiede all’Italia di adottare al più presto adeguate misure per porre rimedio a questa situazione. È l’ultimo passo della procedura d’infrazione prima del deferimento alla Corte.
Tra le città incriminate dalla Commissione Ue ci sono Roma, Firenze, Napoli e Bari. Non solo, molti enti locali (regioni e province) non rispettano l’obbligo di applicare un trattamento più rigoroso agli scarichi in aree sensibili. Sono interessati: Abruzzo, Basilicata, Bolzano, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trento, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto.
Secondo la legislazione europea, entro il 2005 doveva essere introdotto un trattamento secondario per tutte le acque reflue provenienti da agglomerati con un numero di abitanti compreso tra 10mila e 15mila e per gli scarichi in aree sensibili, quali acque dolci ed estuari.
di Luca Serafini
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