Il Parlamento europeo in sessione plenaria ha approvato il Regolamento, vincolante a livello UE, che stabilisce i nuovi obiettivi climatici di medio e lungo periodo per i Paesi dell’Unione Europea.
Sono confermati gli obiettivi di riduzione il target del 55% delle emissioni di gas serra al 2030 e di neutralità climatica al 2050 dell’Unione.
Italy for Climate, l’iniziativa della Fondazione per lo sviluppo sostenibile sul clima, ricorda che il risultato più significativo e più dibattuto degli ultimi mesi riguarda soprattutto l’obiettivo di medio periodo sulle emissioni di gas serra.
Da questo obiettivo discenderà, infatti, tutto il quadro di obiettivi e strategie in materia di energia e clima che guideranno le politiche europee di questo decennio.
Gli obiettivi climatici di riduzione delle emissioni nette potranno essere ottenuti soprattutto grazie alle riduzioni di emissioni da parte di tutti i settori dell’economia, per i quali l’UE invita a individuare delle strategie settoriali specifiche affinché la transizione verso la neutralità climatica avvenga in modo efficiente, anche dal punto di vista dei costi, ed equo.
Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, commenta: «Dobbiamo ora aggiornare rapidamente il Piano italiano di politiche e misure per raggiungere i nuovi target europei e collegare, fattivamente, la loro attuazione all’utilizzo dei finanziamenti e delle riforme del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza e così valutare fino a che punto possiamo arrivare con tali finanziamenti e tali riforme e cosa, probabilmente, dobbiamo fare di ulteriore».
Ma cosa significa concretamente questo obiettivo per l’Italia?
Italy for Climate ha elaborato una Roadmap per l’Italia. Per raggiungere il risultato richiesto bisognerà tagliare ogni anno i consumi di energia dell’1,5% e ridurre di almeno il 40% il consumo di petrolio e gas e quasi azzerare quello di carbone.
Si tratta di una sfida senza precedenti, per intraprendere il quale è necessario mettere in campo una serie di interventi strategici: dall’introduzione di sistemi di disincentivi economici più efficaci, alla transizione da un modello economico lineare a uno circolare, da una semplificazione delle procedure burocratiche all’accelerazione della ricerca e sviluppo creando una nuova cultura della transizione.
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