Nessun animale evoca sensazioni di libertà quanto un falco. Ma, senza costringerlo a vivere tra le mura domestiche (falconeria), possiamo decidere di adottare un falchetto o, meglio, invitarlo a vivere vicino a noi. Basta poco. Occorre costruire e installare un nido per gheppio: resterete sorpresi dalla loro voglia di occuparlo. I gheppi ogni qualvolta vengono realizzati progetti di installazione di nidi artificiali, danno risultati sorprendenti occupando in gran numero le casette artificiali e agevolando in questo modo numerose altre specie come la ghiandaia marina, il falco cuculo o l’upupa.
In Europa da diversi decenni si attuano grandi progetti di tutela e conservazione usando cassette-nido per aiutare i gheppi a riprodursi. Costruire un nido artificiale del resto è semplicissimo: basta assemblare una cassetta in legno (60 x 50 e alta 35 centimetri) con un’ampia apertura frontale. Se lo posizioniamo a qualche metro di altezza su tralicci, piloni, alberi o sotto una tettoia di una casa di campagna, lasciando sul fondo almeno due centimetri di segatura, i gheppi non esiteranno a occuparlo.
In Italia, i nidi per i rapaci diurni subirono una vera svolta nel 1998, quando Alleva e Dell’Omo riuscirono a coinvolgere la più grande azienda di energia elettrica nazionale che contribuì a gettare le basi iniziali per avviare un progetto che oggi trova la logica evoluzione e massima espressione in Ornis Italica (www.ornisitalica.com).Questa associazione ha trasformato la realtà dei nidi per rapaci diurni (pellegrini e gheppi in particolare), in una realtà di grande impatto, non solo per la conservazione di alcune specie di rapaci, ma anche infuenzando la sensibilizzazione del pubblico grazie all’uso delle web-cam nei nidi (www.birdcam.it). Un duplice risultato di grande impatto: oltre ad aver ottenuto importanti risultati in termini di occupazione, sono diventati nel tempo i protagonisti di un reality virtuale capace di coinvolgere ogni anno oltre 1 milione di visitatori sul loro portale.
Birdcam è un progetto voluto dall’associazione italiana per la fauna selvatica Ornis Italica in partnership con l’università La Sapienza di Roma, Acea e Terna, quest’ultima ha inoltre avviato un progetto per la creazione di nidi artificiali sui tralicci della corrente. Birdcam da anni riscuote grandi consensi su Internet e sui Social Network, grazie alla possibilità di osservare i falchi pellegrini e i gheppi attraverso le telecamere installate di fronte ai nidi. Il grande e intenso lavoro di comunicazione ha condotto i ricercatori di Ornis Italica ad assegnare un nome ai falchi dei nidi in modo tale che la gente possa identificarli al meglio.
Questo approccio ha tradotto una ricerca scientifica in un modernissimo modello di comunicazione perché la conservazione passa anche attraverso la capacità di trasmettere messaggi di tutela al grande pubblico. Pensate quanto può influire, per emulazione (questa volta positiva) vedere nidi occupati, e quante persone potranno comprendere il valore di progetti di questo genere. I nidi per i rapaci possono ottenere un enorme successo mediatico, comunicando l’importanza della biodiversità e mostrando un esempio di convivenza tra rapaci e umani.
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