Lo spiedo originale bresciano è un piatto di chiara origine venatoria, in cui si alternano pezzi di carne da cacciagione e di animali da cortile. La cottura dura a lungo e lo spiedo viene condito con burro fuso, salvia, lardo, sale e altri aromi. Il piatto è accompagnato da polenta e patate.
La piccola cacciagione originalmente usata per questo piatto è specie protetta e ne è stato vietato l’uso nella ristorazione. Ma ora Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato un progetto di legge che riporta gli uccelli nello spiedo bresciano, anche per le attività commerciali e gli eventi pubblici. I vincoli sul commercio introdotti nella legge regionale sono solo una foglia di fico su un provvedimento criticabile e criticato: il provvedimento impone, infatti, che la piccola selvaggina, proveniente da attività venatoria consentita, sia ceduta a titolo gratuito da parte dei cacciatori ai ristoratori e agli organizzatori di sagre.
«Inspiegabile, anacronistica e scellerata» così l’eurodeputata Eleonora Evi, co-portavoce nazionale di Europa Verde, a commento della nuova legge.
«In primis va a danneggiare ulteriormente l’avifauna migratrice, già messa a dura prova nel nostro territorio; in secondo luogo stimola il mercato illegale, alimentando un colossale commercio in nero, che rappresenta già un evidente problema, come dimostrano i reiterati sequestri, operati dai Carabinieri Forestali, di uccelli destinati al consumo alimentare».
Non sono neppure trascurabili, infine, i rischi dal punto di vista sanitario, se consideriamo che gli animali ceduti dai cacciatori ai ristoratori sono esenti dall’obbligo di controlli sanitari, in una Regione già ad alto rischio di diffusione dell’influenza aviaria.
L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) chiede al Governo di valutare l’impugnazione della legge, «Una legge-marchetta tutta a favore della lobby dei cacciatori che spaccia per sostegno alla filiera agroalimentare e a settore della ristorazione un attacco eclatante alla biodiversità».
Come spiega il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto: «I cacciatori potranno cedere a titolo gratuito a ristoranti e a sagre fino a 150 capi all’anno di selvaggina piccola da utilizzare per la preparazione dello spiedo bresciano e altri piatti tradizionali lombardi».
Dalla doppietta al ristoratore
Avverte Comparotto sui rischi sanitari per i consumatori: «Questa legge, che consentirà ai ristoranti di offrire ai clienti alcuni piatti tradizionali a base di piccoli uccelli come la polenta e osei e lo spiedo bresciano, va contro la crescente sensibilità dell’opinione pubblica. chi controllerà gli animali ceduti dal punto di vista sanitario? Chi ha voluto questa legge, per una manciata di voti, mortifica l’ambiente e la biodiversità e chi li rispetta».