Le aree forestali sono ecosistemi prioritari e fondamentali nel contrasto all’aumento delle temperature del nostro Pianeta. Tuttavia c’è un problema del quale si parla ancora troppo poco.
L’uomo, infatti, è responsabile del taglio incondizionato delle foreste e quasi sempre degli incendi devastanti che investono ogni anno molte delle aree verdi del Pianeta, causando la rarefazione e l’estinzione di molte specie animali.
Se diminuisce la fauna selvatica
La defaunazione che ne consegue è un problema evidente e nonostante sia sotto i nostri occhi fatichiamo a vederlo.
La miopia – o la grande cecità, come l’ha definita il celebre scrittore indiano Amitav Ghosh – è un male del nostro tempo ed emerge in una nuovissima ricerca pubblicata da Science.
La maggior parte delle specie vegetali per la dispersione dei propri semi dipende dagli animali, ma pochi sanno che questa funzione vitale è minacciata proprio dal declino della fauna selvatica nonché dalla limitazione del potenziale delle piante di adattarsi ai cambiamenti climatici spostando i propri areali.
È in gioco la resilienza delle piante
Un team di scienziati coordinati da Evan C. Fricke, in una ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista Science, ha cercato di capire quale sia la situazione reale verificando che, seppur con prudenza, la rarefazione e la contrazione della fauna selvatica, in particolare mammiferi e uccelli, ha prodotto nelle piante una riduzione del 60% delle loro capacità di sovvertire i cambiamenti climatici e di sopravvivere ai mutamenti ambientali.
Questa forte riduzione della capacità delle piante di adattarsi ai cambiamenti climatici attraverso spostamenti di areale mostra una sinergia tra defaunazione e cambiamento climatico che mina la resilienza della vegetazione.
Sarà il tempo a dirci se l’uomo saprà porre rimedio a questo grave problema.
Il futuro speriamo possa portarci liete risposte ma questo nuovo drammatico problema evidenzia quanto sia importante non soltanto salvare una specie (botanica o faunistica) ma l’intero ecosistema, ne va della nostra sopravvivenza.