La febbre Dengue è una malattia virale la cui diffusione è favorita dalle zanzare infette del genere Aedes come la fastidiosissima zanzara tigre Aedes albopictus.
In Giappone questa malattia infettiva è presente e circola a causa delle punture delle zanzare tigre e i recentissimi studi pubblicati in un rapporto ufficiale del governo giapponese dimostrano che il cambiamento climatico può avere una stretta relazione con il rischio di espansione di questa malattia.
Tifoni e piogge creano le condizioni idonee per la Dengue
Il dossier governativo giapponese, pubblicato ogni 5 anni, evidenzia la crescita esponenziale di una successione di disastri innescati dal riscaldamento globale, come forti piogge, tifoni e altri fenomeni, 3 volte superiore rispetto al dossier precedente del 2015. L’incremento di tifoni e piogge molto intense crea le condizioni idonee al proliferare delle zanzare con il rischio di incrementare la diffusione di questi virus.
L’habitat si sta diffondendo verso Nord
In Giappone, con l’aumentare delle temperature, l’habitat della zanzara tigre asiatica, veicolo non solo della della febbre Dengue ma anche della febbre Zika e di altre malattie, si sta diffondendo verso nord.
Nel dossier la valutazione di “urgenza” verso le misure di contenimento alla diffusione di questa zanzara è passata da “media” a “alta”.
Gli insetti più pericolosi per l’uomo
Gli allarmi sono giustificati visto che secondo il rapporto del 2015 le zanzare sono state collegate alla morte di circa 830.000 persone in tutto il mondo, rendendole gli insetti più mortali per l’uomo, secondo la Bill and Melinda Gates Foundation, un’organizzazione senza scopo di lucro creata dal fondatore e miliardario di Microsoft Corp. Bill Gates e sua moglie.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, la febbre Dengue si sta diffondendo ampiamente in tutto il mondo e il numero di infezioni confermate è aumentato di 15 volte negli ultimi due decenni. Circa 390 milioni di persone ogni anno vengono infettate da questo virus e circa 500.000 sviluppano sintomi gravi. Il 2,5% dei casi si rivela fatale.
In questi scenari di grandi mutamenti climatici e di espansione e contrazione della biodiversità non è solo il Covid-19 a destare grande preoccupazione.
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