Da oltre dieci anni sono innumerevoli le città in tutto il Pianeta che si uniscono per effettuare un blackout di un’ora nei luoghi più emblematici per sensibilizzare sul problema del cambiamento climatico e avvertire che è necessaria un’azione decisiva per fermarlo. È un progetto avviato dall’organizzazione per la conservazione ambientale World Wide Fund for Nature (WWF), noto come Earth Hour, ogni anno le adesioni aumentano e si innovano le iniziative proposte, che prevedono sempre un’ora di blackout.
Il tempo corre veloce e noi dobbiamo impegnarci fermamente per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) stabiliti nell’Agenda 2030. È un impegno internazionale quello del 23 marzo 2024, per proteggere e ripristinare la natura agendo insieme.
Come è nata l’Ora della Terra?
La prima città a spegnere le luci è stata, nel lontano marzo 2007, Sydney (Australia), come gesto simbolico per attirare l’attenzione sull’importanza del problema del cambiamento climatico. Nello stesso anno anche San Francisco (USA) ha portato avanti un progetto simile.
Un anno dopo ben 35 paesi e quattrocento città hanno deciso di unirsi all’iniziativa australiana. Più di un decennio dopo, l’Ora della Terra è diventata una voce potente per aziende e istituzioni in più di 200 Paesi, oltre che per milioni di persone.
Questo blackout avviene nelle città che vogliono partecipare all’iniziativa l’ultimo sabato di marzo, dalle 20:30 alle 21:30 ora locale di ogni Paese. Pertanto, l’Ora della Terra 2024 si svolgerà il 23 marzo.
Kirsten Schuijt, Direttrice Generale del WWF Internazionale, ha evidenziato: «Quest’anno è necessario che più persone che mai si uniscano a Earth Hour per sfruttare il potere collettivo di tante persone e delle comunità. In un momento pieno di difficoltà e incertezze come quello che stiamo vivendo, una grande azione globale in grado di unire tutti in un’unica richiesta, è in sé un messaggio di pace e solidarietà: solo insieme possiamo far sentire la nostra voce e chiedere un futuro più sicuro, giusto e sostenibile per tutti. È quindi fondamentale essere e sentirsi coinvolti, se vogliamo aumentare la consapevolezza sulle sfide ambientali, abbattere le emissioni di gas serra e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030. Proteggere il nostro Pianeta è una responsabilità condivisa e richiede un’azione collettiva da ogni angolo della società».
Come partecipare
Sabato 23 marzo 2024 dalle 20:30, i monumenti più famosi di oltre 200 Paesi saranno al buio per 60 minuti, 3.600 lunghi secondi per chiedere alle istituzioni un impegno tangibile contro cambiamenti climatici, inquinamento ambientale e perdita di natura. In questo modo, i simboli delle città più iconiche del mondo diventeranno bui quasi come il futuro che ci si prospetta se non invertiamo la rotta verso un pianeta Terra più sostenibile. In Italia si spegneranno anche il Colosseo e Piazza San Pietro a Roma, Ponte Vecchio a Firenze e gli spazi espositivi del Museo delle Scienze di Trento (MUSE). Ma, sebbene la manifestazione, arrivata alla sua diciottesima edizione, sia costituita da aziende, istituzioni, monumenti o luoghi emblematici che spengono le luci per un’ora, Earth Hour vuole andare oltre coinvolgendo anche i cittadini.
WWF Italia promuove sui propri canali una challenge per invitare le persone a compiere un gesto positivo per il Pianeta e per sé stessi, con attività semplici e divertenti da fare per un’ora.
Ma non è finita qui, gli eventi in occasione di questa giornata infatti, saranno tantissimi, per conoscerli tutti e scegliere a quale partecipare collegatevi al sito dell’iniziativa. Grazie ad una piccola azione, insieme a migliaia di persone nel mondo, farete sentire la vostra voce.
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