Il gigante del farmaco, la tedesca Bayer, ha fatto un’offerta di acquisto pari a 67 miliardi di dollari per la Monsanto, un’azienda famosa (o malfamata…, dipende dai punti di vista!) per i suoi semi geneticamente modificati. Per finanziare l’operazione, la Bayer dovrà fortemente indebitarsi e questo sta sollevando molti interrogativi fra gli azionisti dell’azienda tedesca (che ha perso il 3% sul mercato). Quale ambizioso progetto può giustificare un simile rischio finanziario?
La risposta è nell’interconnessione fra il business degli organismi geneticamente modificati (OGM) e la produzione di pesticidi e diserbanti. La Bayer è un colosso della produzione di diserbanti e pesticidi. Questo significa che il diffondersi dei semi OGM prodotti da Monsanto, che richiedono per la loro coltivazione l’utilizzo di specifici diserbanti, incrementa parallelamente le vendite di diserbanti della Bayer. Quindi, unendo le due società, si ottiene una sorte di monopolio agricolo con interessi concordanti in grado di spingere il mercato agricolo mondiale verso le forme più profittevoli per il nuovo colosso multinazionale che sta per nascere.
Il rallentamento dell’economia globale ha colpito anche il settore agricolo e, di conseguenza, anche le aziende fornitrici. I vertici della Bayer, evidentemente, ritengono più efficace per il rilancio del loro business ottenere posizioni monopolistiche, invece di studiare con gli agricoltori stessi le soluzioni più ragionevoli per rilanciare il settore. Una logica commerciale applicata a un settore, quello della produzione di cibo, che ha però valenze che vanno oltre il mero profitto…
Nel solo settore della chimica agricola, negli ultimi anni abbiamo assistito alla fusione di DuPont e Dow nel 2015, di Sygenta e China National Chemical Corporation a febbraio. Se andrà in porto anche l’operazione Bayer-Monsanto, nel mondo ci saranno tre sole multinazionali che controlleranno metà del commercio di sementi.