Il Governo australiano ha annunciato un piano da 15 milioni di dollari per eradicare la carpa (Cyprinus carpio), specie alloctona particolarmente invasiva che ha colonizzato i fiumi australiani, con gravi danni all’habitat e alle specie autoctone.
Il piano di controllo delle carpe nel fiume Murray – nell’Australia meridionale – prevede un metodo fin’ora mai utilizzato: i pesci verranno uccisi introducendo nelle acque un particolare Herpesvirus che, secondo gli esperti, impiegherà circa una settimana per essere attivo e poi sarà in grado di uccidere i pesci in un lasso temporale di 24 ore.
Secondo le fonti governative, il virus non avrà effetti sugli altri pesci né sull’acqua del fiume.
I dubbi dei ricercatori
Il metodo che il Governo è intenzionato ad adottare è stato accolto con scetticismo da parte della comunità scientifica. Secondo i ricercatori dell’University of East Anglia la diffusione dell’Herpesvirus potrebbe avere gravi ripercussioni sulla sicurezza dell’acqua e compromettere il delicato equilibrio dell’habitat fluviale.
Eppure, i precedenti non mancano. Negli anni ’50 fu adottato un provvedimento simile su una ventina di conigli selvatici (Oryctolagus cuniculus) che erano stati incautamente messi in libertà, con gravi ripercussioni per la flora e la fauna locali. Per eradicare la specie invasiva, si fece ricorso, in questo caso, al Mixomavirus.
Specie che arriva dall’Europa
Ma come sono finite le carpe in Australia? Ancora una volta, c’è la mano dell’uomo: le prime carpe furono liberate in acqua all’inizio del secolo scorso. In breve tempo, la specie invasiva ha cominciato a riprodursi senza controllo, tanto da costituire oggi il 90% dei pesci presenti nei bacini fluviali australiani. Il Governo australiano stima che i danni causati dalle carpe raggiungano i 500 milioni di dollari australiani all’anno.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com