La Multinazionale Monsanto è criticata da molti per essere una società cinica, che punta al massimo profitto a discapito del sistema alimentare mondiale. Secondo i suoi sostenitori, invece, tutto quello che fa non è altro che produrre e commercializzare efficaci strumenti di coltivazione per gli agricoltori.
Uno dei suoi prodotti di punta è il glifosato, un diserbante sistemico di post-emergenza non selettivo (quindi fitotossico per tutte le piante) tra i più utilizzati al mondo. Che preoccupa i consumatori. Infatti, pur essendo meno tossico (sia per l’uomo sia per l’ambiente) rispetto ad altri diserbanti che rimpiazza, ne viene contestato l’utilizzo per le coltivazioni di prodotti per l’alimentazione.
Le vendite del diserbante e i profitti per l’azienda sono cresciuti rispettivamente del 38% e del 100% negli ultimi due anni, a dimostrazione che la Monsanto sta spingendo più che mai il glifosato, sostengono i critici. Ma a difesa della multinazionale, gli economisti fanno notare che l’incremento dei profitti è dovuto non a una maggiore quantità di diserbanti venduti, ma al successo di quelli di fascia alta, che garantiscono margini maggiori. Infatti, la Monsanto produce diserbanti con diverse linee di prodotti, in particolare Roundup e Harness, e l’incremento dei profitti è arrivato non con l’incremento dei volumi di vendita quanto per il miglioramento del mix di prodotto.
A dire la verità, ribattono i critici, sono aumentati anche i volumi (del 38%) anche se in misura minore rispetto ai profitti.
di Luca Serafini
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