Se di notte nell’Oceano Pacifico, verso le Isole Salomone, vedete un disco scintillante muoversi sul fondale non preoccupatevi. Si tratta di Eretmochelys imbricata, una tartaruga dal carapace fluorescente.
La sensazionale scoperta è stata fatta da David Gruber, biologo marino della City University of New York ed Emerging Explorer della National Geographic Society.
Sebbene la tartaruga embricata fosse già ben conosciuta (Linnaeus 1766), non lo erano affatto le sue particolari proprietà di riflessione della luce.
Si tratta infatti del primo rettile sul quale è stata documentata biofluorescenza, un fenomeno già noto su pesci e invertebrati, grazie al quale la luce viene assorbita e riemessa a una diversa lunghezza d’onda.
La fluo tartaruga è stata scoperta grazie a particolari lampade utilizzate dai ricercatori per lo studio delle biofluorescenze di squali e coralli.
Come si può vedere nel video pubblicato su Nationalgeographic.com la tartaruga embricata restituisce degli scintillanti verdi, rossi e gialli fluo, appunto.
Mentre i riflessi rossi potrebbero essere dovuti ad alghe depositate sul carapace, gli scintillii verdi secondo Gruber sono da ricondurre direttamente al corpo della tartaruga.
Il motivo, o meglio l’utilità di questa biofluorescenza? Probabilmente così le tartarughe riescono a confondersi nella barriera corallina, che è ricca di organismi con fluorescenze simili.
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