Che fine fanno le uova di tartaruga vendute sul mercato nero? Presto sarà possibile tracciarne il percorso, arrivando fino agli acquirenti finali.
La soluzione l’ha proposta l’azienda californiana Paso Pacifico: finte uova stampate in 3D con all’interno un trasmettitore in grado di determinarne l’esatta localizzazione.
Il primo esperimento partirà a breve in Nicaragua, stato fortemente colpito dal traffico illegale di uova di tartaruga.
«Dalle nostre ricerche è emerso che alcune tipologie di nidi sono più facilmente depredabili – ha spiegato Eduardo Boné – Moron, della Paso Pacific –. Ad esempio quelli vicino a zone di passaggio».
Tuttavia, scambiare le uova di tartaruga “vere” da mettere in salvo con quelle finte non è affatto facile: c’è da calcolare innanzitutto la durata della vita delle uova – che è di circa 15 giorni – e poi esiste il rischio che i bracconieri si accorgano del trucco. «Per rendere le uova di tartaruga più realistiche possibile hanno collaborato anche gli Studios di Hollywood – ha aggiunto Boné – Moron –. E anche se i bracconieri dovessero notarlo, il nostro intento è quello di rendere loro la vita difficile. Il traffico di uova è così alto anche perché è tanto facile razziare i nidi».
Dove vanno a finire le uova
Si stima che ogni anno, in Nicaragua, siano centinaia le uova di tartaruga sottratte ai nidi. Un danno altissimo, per degli animali già minacciati.
Le uova sono vendute come snack per pochi centesimi nei bar locali oppure come souvenir in Cina e negli Stati Uniti. Qui i prezzi lievitano a dismisura: gli acquirenti sono disposti a sborsare anche centinaia di dollari per un singolo uovo.
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