Il caso di Scic Cucine dimostra che l’attenzione ai temi dell’ecosostenibilità, oltre a essere un dovere per l’imprenditore, rappresenta anche un vantaggio in termini economici.
Fondata nel 1948, Scic Cucine è una delle eccellenze del made in Italy nel settore del mobile. Chi non ha presente quel “chilometro Scic” sull’autostrada del sole o – in questo caso i meno giovani – la sponsorizzazione del famoso ciclista Vittorio Adorni? Abbiamo parlato con Lorenzo Marconi, AD di Scic Cucine, persona aperta e pragmatica che ci ha illustrato una serie di iniziative prese dall’azienda negli ultimi decenni. Emerge l’importanza della sostenibilità ambientale in una grande azienda. Il caso di Scic Italia dimostra che l’attenzione ai temi dell’ecosostenibilità, oltre a essere un dovere per l’imprenditore, rappresenta anche un vantaggio in termini economici. A partire dall’introduzione del fotovoltaico.
rivistanatura.com – Come e perché siete passati al fotovoltaico?
L.M. – Avevamo una copertura in amianto, Eternit originale, e abbiamo deciso di cambiare tutto il tetto, sia per una ragione di vetustà, ma anche e soprattutto per ragioni di sicurezza. Così abbiamo colto l’occasione per realizzare una copertura a pannelli fotovoltaici, rendendo l’azienda autonoma da un punto di vista energetico. Oggi, oltre a essere autosufficienti, vendiamo la parte eccedente di energia.
rivistanatura.com – In che anno avete fatto questo intervento?
L.M. – Il primo nel 2010 con il Secondo Conto Energia, la seconda parte l’abbiamo fatta nel 2011 con il Terzo Conto Energia. L’accordo con il GSE (il Gestore dei servizi energetici) è uno scambio, una parte di energia la vendiamo e una parte la compriamo perché naturalmente di notte l’impianto è spento. Rimaniamo comunque collegati alla rete.
rivistanatura.com – Avete tratto dei benefici da questa iniziativa?
L.M. -Sicuramente in termini di costi, ma soprattutto dal punto di vista della salute, noi qui ci viviamo tutti i giorni.
rivistanatura.com – Parliamo del legno che utilizzate.
L.M. – Abbiamo ottenuto quest’anno la certificazione FSC. Fondamentale anche per esportare in alcuni mercati. In California, per esempio, questa “patente” è molto apprezzata, mentre in alcuni mercati, come Indonesia e Malesia, è una condizione senza la quale non si può esportare.
rivistanatura.com – Curioso il fatto che queste imposizioni arrivino da due stati fortemente responsabili della deforestazione nel Sud Est Asiatico… E per quanto riguarda la formaldeide che tipo di precauzioni avete preso?
L.M. – Le regole variano molto a seconda dei paesi in cui esportiamo. Il nostro pannello, oltre ad essere FSC, non solo è conforme al Carb II (California Air Resources Board, la certificazione US che impone limiti di emissione della formaldeide, Ndr), ma vanta quantitativi di formaldeide ancora inferiori. Per il mercato Giapponese usiamo il 4 Stelle, il prodotto con la più bassa percentuale in assoluto. Dallo scorso settembre la Germania ha abbassato ulteriormente i limiti evidenziando che anche all’interno dell’Europa non riusciamo a metterci d’accordo… Personalmente la trovo una sconfitta dell’Unione Europea, perché se esiste una norma dovrebbe essere estesa a tutti. Racconto un particolare per far capire quanto questo problema della formaldeide ci stia a cuore, per altro, sono allergico. Siamo gli unici nel settore del mobile che nel pannello, una volta che è stato laminato ed ermeticamente chiuso, operano un foro in più di quel che serve all’installazione. Questo perché, anche se si tratta di pannelli a bassa emissione di formaldeide, ogni foro in più che rimane aperto è un potenziale punto di fuoriuscita.
rivistanatura.com – Come vi muovete con gli scarti di produzione?
L.M. – Tutto il legno viene rimandato alla società Saviola, produttrice di pannelli truciolari, che ha creato un circolo virtuoso in cui lo scarto torna a essere pannello. Anche l’alluminio, l’acciaio e il ferro vengono separati, raccolti e, nel caso dei primi due, conferiti perché possano tornare a essere materia prima seconda. Oltre ad essere una buona pratica, l’azienda ne ricava anche un guadagno. Lo scarto, infatti, può essere anche un’opportunità economica. Aggiungo che in Scic siamo tutti molto attenti nel fare un’accurata raccolta differenziata.
rivistanatura.com – Quali accorgimenti prendete per il trattamento dei materiali con vernici e prodotti chimici?
L.M. – È un passaggio che non trattiamo internamente. Per tutte le lavorazioni più pericolose, quali le ossidazioni, ci avvaliamo della collaborazione esterna di valide aziende specializzate.
rivistanatura.com – In termini di efficienza energetica, come sono cambiate le cucine negli anni?
L.M. – Tanto, visto che abbiamo oltre 70 anni di storia. Un tempo l’efficienza energetica in una cucina era legata a una lampadina messa sotto la cappa. Ed era finita lì. Poi abbiamo iniziato a usare i neon nei sottopensili. Oggi le nostre cucine sono delle lampade. Tutto a led, tutto a 24 volt, con luce calda. Oggi montare una cucina o un armadio significa installare anche un sistema di illuminazione. Ormai la luce la devi mettere ovunque. È diventata parte integrante del mobile.
rivistanatura.com – Che tipo di imballaggi utilizzate?
L.M. – Abbiamo smesso di usare il polistirolo da tempo. Usiamo solo film in polietilene e cartone, entrambi completamente riciclabili. Questo è il nostro imballo che ci permette di andare in tutti i paesi. Abbiamo tre tipologie di imballo, quello a colletame, in cui ogni pezzo viene imballato singolarmente e consegnato da noi; quello europeo su pallet e quello in cassa di legno. I legni utilizzati sono FSC, fumigati… questo perché in alcune dogane, specie in America, non potrebbero entrare.
rivistanatura.com – Avete dei nuovi progetti in cantiere?
L.M. – Abbiamo allo studio dei sistemi per rendere la casa un ambiente più salubre, visto anche il momento che stiamo attraversando. Fino a qualche tempo fa installavamo nei mobili dei piccoli sistemi di ventilazione per eliminare i batteri (scarpiera, cucina, dispensa…). Oggi ci stiamo interessando a sistemi antivirali che sfruttano la luce ultravioletta, ma anche sistemi di rivestimento antibatterici che impiegano nuove vernici al biossido di titanio…