Come abbiamo visto nella puntata precedente, l’evoluzione della tigre è stato un percorso irto di difficoltà. A partire dall’eruzione del vulcano Toba, ma non solo.
Alla luce delle più recenti scoperte, ecco com’è andata.
Recenti studi di D. M. Cooper et al. (2016) hanno rivelato che tutte le tigri hanno una ridotta “variabilità o diversità genetica”. Vale a dire che nel DNA di tutti gli esemplari sono presenti sequenze simili di alleli (le forme alternative in cui può presentarsi un gene nel patrimonio genetico di una specie, Ndr). Ciò non aiuta la specie ad evolversi, poiché sono rare le nuove mutazioni che la aiuterebbero ad adattarsi al sopraggiungimento di cambiamenti climatico-ecologici nell’ambiente.
Che significato ha questo fenomeno? E come mai si è verificato? Gli autori della ricerca hanno diagnosticato un cosiddetto “bottle neck” o collo di bottiglia genetico, vale a dire che la tigre ha subito una strozzatura genetica, circa 73.000 anni fa (la stessa che pare subito anche la popolazione umana nello stesso periodo), causata dall’enorme eruzione del vulcano Toba sull’isola di Sumatra. La super-eruzione ha coperto di materiale piroclastico gran parte dell’India e dell’Indocina e della Sonda, ha oscurato il cielo per cui le condizioni ecologiche del Sud-Est asiatico (e di molte altre regioni, dato che sono state trovate recentemente ceneri del Toba anche in Sud Africa a 9000 km da Sumatra) hanno subito improvvisi e profondi cambiamenti che hanno provocato l’estinzione della maggior parte di tutte le tigri e di molti altri mammiferi dell’Asia meridionale.
Le tigri hanno quindi una ridotta variabilità genetica perché la popolazione attuale si è sviluppata da una popolazione molto piccola, che era sopravvissuta al tremendo evento geologico e piano piano ha “ri-conquistato” gran parte dell’areale originale della specie.
Il viaggio della tigre nel Sudest asiatico durante il Pleistocene-Olocene
Questa interessante mappa fa parte di una pubblicazione basata su recenti studi di D. M. Cooper et al. (2016) .
- a) Partendo dall’eruzione del vulcano Toba sull’isola di Sumatra vediamo i movimenti espansivi della specie.
- b) Alcune piccole popolazioni (dette refugium) si sono salvate dall’eruzione a Nord e a Est, ma è improbabile che le popolazioni delle isole (già presenti in precedenza a Giava, vista la scoperta di antichi fossili di 60-120 000 anni fa) siano sopravvissute.
- c) Durante l’Ultimo Massimo Glaciale tutte le tigri dell’areale del nord sono state probabilmente annientate sia dalle avverse condizioni climatiche sia dall’arrivo di specie nordiche come il Leone eurasiatico o delle caverne (Panthera spelaea). Mentre l’area del Caspio e nelle regioni indiane la specie si è ridotta per l’arrivo del Leone dall’Africa e dal Medio Oriente.
L’aumento dei ghiacciai continentali ha diminuito il livello dei mari, così è emersa la piattaforma della Sonda, rendendo un’unica terra tutte le isole, che potevano essere così ricolonizzata dalla tigre che ri-avanzava verso Sud alla ricerca di condizioni ecologico-climatiche più favorevoli. Con il miglioramento delle condizioni climatiche la tigre ritornò in sguito anche verso l’Asia continentale. - d) Il cambiamento delle condizioni climatiche causò il ritiro del fronte dei leoni e permise alla tigre di raggiungere le regioni del Caspio attraverso un corridoio settentrionale (Est-Ovest) e meridionale (Sud-Nord), o simultaneamente.
- e) Dopo l’Ultimo Massimo Glaciale, l’innalzamento del livello del mare ha diviso le isole della Sonda dal continente, attraverso lo stretto di Malacca; le due attuali popolazioni di tigri si sono divise.
Si formò così una popolazione continentale (11) e un’altra che poté disperdersi nelle isole della Sonda fino ai nostri giorni (12).
I felini del mondo
Il dott. Giovanni Giuseppe Bellani, consulente zoologo e museologo in vari Musei di storia naturale in Italia, ha realizzato un libro scientifico che fa chiarezza sulla nuova classificazione della Famiglia Felidae e sulla situazione conservativa (secondo la Red List di IUCN, e CITES) di tutte le 41 specie di felidi e delle 77 sottospecie riconosciute attualmente dalla Scienza.
“Felines of the World – Discoveries in Taxonomic Classification and History”
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