Vere e proprie fattorie dove gli orsi, stipati in minuscole gabbie di rete metallica, passano tutta la loro esistenza attaccati alla cannule per l’estrazione della bile.
Le fattorie della bile sono una realtà diffusa in Asia dove – nonostante l’impegno di sensibilizzazione delle associazioni per i diritti degli animali – continuano a essere operanti per far fronte alla domanda.
Quante fattorie sono aperte e dove
In Cina, le ultime stime ufficiali risalgono al 2007, quando si contavano 7.000 orsi in 68 allevamenti.
A essere rinchiusi nelle fattorie della bile sono soprattutto orsi della luna, ma anche orsi del sole e orsi bruni. «La maggior parte di essi è imprigionata in gabbie minuscole – spiega AnimalAsia, che da tempo porta avanti la battaglia affinché queste strutture cessino la propria attività –. In Cina le dimensioni delle gabbie talvolta sono così piccole che gli orsi non hanno spazio sufficiente per girarsi o stare ritti su quattro zampe. Alcuni orsi vengono rinchiusi nelle fattorie della bile per tutta la vita, fin da cuccioli».
Come viene estratta la bile
La bile, prodotta e immagazzinata nella cistifellea, viene estratta con differenti tecniche. «Ma a prescindere dal metodo utilizzato, la maggior parte degli orsi è denutrita, disidratata e soffre di malattie e tumori maligni che non solo contaminano la bile, ma spesso provocano la morte dell’animale – spiega AnimalAsia –. In pochi ricevono cure mediche appropriate; la nostra associazione è stata anche testimone di casi nei quali gli orsi anziani o molto malati e che, quindi, non riescono a produrre più bile, sono stati letteralmente lasciati morire di fame».
Anacronistico rimedio della medicina tradizionale
Un tempo ampiamente diffuse anche in Vietnam, nel Paese del sud est asiatico le fattorie della bile hanno cessato la propria attività nel 2017.
La domanda di prodotti a base di bile proviene soprattutto da Cina, Giappone, Corea, Vietnam, Malesia e Taiwan, dove è impiegata nella medicina tradizionale. Questi prodotti, tuttavia, sono spesso reperibili anche all’estero, persino in Canada e negli Stati Uniti.
«Nonostante esistano svariate alternative sintetiche ed erboristiche, efficaci e a buon mercato, e nonostante i pericoli derivanti dal consumo di bile estratta da orsi gravemente malati, il commercio purtroppo continua – aggiunge AnimalAsia –. Alcuni studi, inoltre, hanno evidenziato come la bile estratta dagli orsi sia spesso contaminata da pus e cellule cancerogene».
Tutt’altro che un toccasana, al quale però la medicina tradizionale cinese continua ad attribuire innumerevoli virtù.
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