L’ allodola in Italia è considerata una specie in “cattivo stato di conservazione” ed è in forte declino in Regioni chiave per il suo habitat riproduttivo come, ad esempio, la Lombardia (-11%), il Veneto e l’ Emilia-Romagna (entrambi -8%).
Tuttavia, questo uccello viene ancora cacciato e, nel decennio compreso tra il 2000 e il 2012, la riduzione di questa specie in Europa si è attestata intorno al 30% .
Inoltre, l’ allodola può essere facilmente confusa con altre specie non cacciabili, come pispola, calandra, calandrella, cappellaccia e tottavilla, e anche per questo motivo “va tolta dalla lista delle specie cacciabili”. E’ questo l’appello avanzato dalla Lipu, Lega italiana protezione uccelli.
“Mobiliteremo i cittadini come già avvenuto per l’abolizione delle catture dei richiami vivi – ha dichiarato Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu-BirdLife Italia – al fine di raccogliere decine di migliaia di firme da inviare al presidente del Consiglio Matteo Renzi, affinché emani un decreto che escluda questo piccolo uccello dal carniere venatorio. Sono troppe le allodole uccise ogni anno e tantissimi i reati che vengono contestati per l’eccessivo abbattimento di questa specie”.
Secondo i dati della Lipu, ogni anno vengono uccise legalmente 1,8 milioni di allodole, numero che rappresenta il 73% degli abbattimenti avvenuti su suolo europeo. Si tratta di una stima approssimata per difetto, dal momento che bisogna includere anche le uccisioni illegali.
Minacciate su più fronti
Per far capire l’assurdità della caccia alle allodole basta fornire questi dati: l’uccello, in media, non arriva a pesare più di 40 grammi, mentre il proiettile del fucile pesa 60 grammi.
Ma non è solo l’attività venatoria a minacciare questo uccello migratorio. Tra le cause del forte declino della popolazione delle allodole ci sono l’intensificazione delle pratiche agricole, l’abbandono delle aree rurali montane e l’uso eccessivo di diserbanti ed erbicidi.
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