Quali sono gli ultimi sviluppi del fracking in Europa? Nei Paesi Bassi è stato bandito fino al 2020. E molti altri Paesi europei hanno stabilito limiti allo sfruttamento di nuovi giacimenti di gas. È quindi tramontato il tanto temuto boom del fracking?
La tecnica di “fratturazione” idraulica orizzontale del sottosuolo per estrarre il gas, comunemente nota come “fracking”, non è nuova, ma ha avuto un recente sviluppo negli Stati Uniti. Le Compagnie petrolifere sostengono che gli alti costi dell’energia le hanno costrette a cercare nuovi e meno convenzionali giacimenti di gas da sfruttare.
Poi, circa cinque anni fa, è scoppiato anche in Europa il boom dello “shale gas” (il gas da argille) ricavato attraverso il fracking. All’inizio questa tecnica veniva addirittura spacciata per “verde” e “amica dell’ambiente”. Poi è stata giustificata con la volontà politica di raggiungere l’indipendenza energetica dalla Russia. Oggi in molte parti d’Europa gli entusiasmi sono andati scemando.
Le preoccupazioni degli ambientalisti
Quando viene effettuata la fratturazione di una roccia contenente gas, viene infiltrata sabbia nelle fessure. Il gas filtra dalla sabbia e raggiunge la superficie. Poiché acqua e sabbia non si mescolano bene, le Compagnie di perforazione devono aggiungere componenti chimici per creare un fluido omogeneo e viscoso. Questo cocktail chimico va a inquinare il sottosuolo, falde acquifere comprese. Tutti hanno visto i filmati dell’acqua del rubinetto che può prendere fuoco in certe aree degli Stati Uniti, perché contaminata dal metano.
Ambientalisti e cittadini europei hanno chiesto lo stop del fracking. In Francia, il Paese che forse avrebbe in Europa le maggiori potenzialità di sfruttamento, è stata decisa una moratoria sul fracking.
Germania, Bulgaria, Repubblica Ceca e altri Paesi hanno seguito l’esempio della Francia. In Polonia, invece, è ancora permesso.
Ma anche in molti Paesi dove non è formalmente vietato, come nel Regno Unito e in Spagna, sono stati istituiti divieti di fracking a livello regionale.
I motivi di un flop
Nei Paesi dell’Est Europa, come in Polonia e in Romania, dove viene praticato il fracking i risultati non sono però soddisfacenti. I giacimenti non danno i risultati sperati e gli investitori si defilano. Anche le proteste locali delle popolazioni limitano la ricerca di nuovi giacimenti. Il colosso americano Chevron ha interrotto le sue trivellazioni in Romania.
Norvegia e Svezia hanno deciso che lo sfruttamento dei propri giacimenti di shale gas non è economicamente vantaggioso.
Alla fine, un’Europa senza fracking potrebbe diventare realtà non solo grazie agli ambientalisti, ma per un semplice calcolo dei costi/benefici.
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