Non tutto il caldo viene per nuocere. E così si scopre che quest’anno avremo un’annata molto felice per quel che riguarda la coltivazione dei pomodori.
Lo rivela Coldiretti Lombardia, che sottolinea l’importanza di un’irrigazione costante: di solito in questo periodo dell’anno si bagnano i pomodori per cinque ore al giorno, ma con l’emergenza Caronte è necessario salire a otto ore.
Il risultato? Pomodori di ottima qualità e un buon livello di zuccheri. «Verrà fuori una bella salsa», dice Paolo Voltini, Presidente del Consorzio Casalasco. Gli esperti prevedono anche una produzione superiore al normale, con l’ottenimento di 750 quintali per ettaro di ortaggi. D’altra parte l’Italia è da sempre in pole position nella lavorazione di questo prodotto orticolo. Lo scorso anno sono stati coltivati 68mila ettari, con una resa che ha rappresentato il 55% dell’intera produzione europea. Perché proprio l’Italia?
Perché il pomodoro deriva da antiche piantagioni tropicali, abituate al caldo e al sole. Cresce spontaneo in Cile, Perù ed Ecuador.
Predilige i terreni tendenzialmente acidi ed è molto sensibile alle basse temperature. Le piantine di pomodoro non germinano se non ci sono almeno 12 gradi centigradi. E non bisogna eccedere con le irrigazioni, perché la pianta sopporta male il ristagno idrico. Quando si verificano annate come questa, con temperature superiori alla norma, è necessario anticipare la raccolta. Che avviene fra luglio e settembre, a mano, durante le ore più fresche della giornata. Si scelgono quelli ancora un po’ acerbi per le insalate, quelli belli maturi per le salse.
Se si aspetta troppo, la siccità può provocare gravi danni ai fiori e ai frutti, determinando un calo delle rese. Tranne casi specifici concernenti pomodori che resistono alla mancanza d’acqua e crescono anche in terreni poveri. Come il pomodoro Regina, che può perfino essere irrigato con acqua salmastra. Lo rivela Coldiretti Lombardia, che sottolinea l’importanza di un’irrigazione costante: di solito in questo periodo dell’anno si bagnano i pomodori per cinque ore al giorno, ma con l’emergenza Caronte è necessario salire a otto ore.
Il risultato? Pomodori di ottima qualità e un buon livello di zuccheri. «Verrà fuori una bella salsa», dice Paolo Voltini, Presidente del Consorzio Casalasco. Gli esperti prevedono anche una produzione superiore al normale, con l’ottenimento di 750 quintali per ettaro di ortaggi. D’altra parte l’Italia è da sempre in pole position nella lavorazione di questo prodotto orticolo. Lo scorso anno sono stati coltivati 68mila ettari, con una resa che ha rappresentato il 55% dell’intera produzione europea.
Perché proprio l’Italia? Perché il pomodoro deriva da antiche piantagioni tropicali, abituate al caldo e al sole. Cresce spontaneo in Cile, Perù ed Ecuador. Predilige i terreni tendenzialmente acidi ed è molto sensibile alle basse temperature. Le piantine di pomodoro non germinano se non ci sono almeno 12 gradi centigradi. E non bisogna eccedere con le irrigazioni, perché la pianta sopporta male il ristagno idrico.
Quando si verificano annate come questa, con temperature superiori alla norma, è necessario anticipare la raccolta. Che avviene fra luglio e settembre, a mano, durante le ore più fresche della giornata. Si scelgono quelli ancora un po’ acerbi per le insalate, quelli belli maturi per le salse.
Se si aspetta troppo, la siccità può provocare gravi danni ai fiori e ai frutti, determinando un calo delle rese.
Tranne casi specifici concernenti pomodori che resistono alla mancanza d’acqua e crescono anche in terreni poveri. Come il pomodoro Regina, che può perfino essere irrigato con acqua salmastra.
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