Negli ultimi 50 anni le zone montuose della nostra Penisola hanno perso quasi un milione di abitanti.
A rivelarlo è il rapporto “La montagna perduta”, redatto dal Centro Europa Ricerche e dalla Trentino School of Managment.
Lo studio prende in analisi i dati demografici a partire dal 1951: dalla seconda metà del secolo scorso la popolazione italiana è aumentata di 12 milioni di persone, ma 8,8 milioni di queste vivono nelle zone pianeggianti e nelle zone collinari.
Un drastico calo di popolazione che ha avuto conseguenze anche sul territorio montano, con il conseguente impoverimento delle economie e delle risorse legate a quell’ambiente.
Non mancano però due esempi virtuosi: il Trentino Alto Adige e la Valle D’Aosta. Qui lo spopolamento non c’è mai stato e, anzi, la popolazione è continuata a crescere. In Trentino,ciò è dovuto anche dell’elevato indice di natalità, il secondo più alto su scala regionale in Italia.
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