Si celebra oggi la Giornata Internazionale della montagna. Istituita dall’ONU a partire dal 2003, la giornata punta a sensibilizzare l’opinione pubblica e ad accendere i riflettori sui rischi cui l’ecosistema alpino è sottoposto.
Perché, se la montagna soffre non ci rimettono solo gli animali che qui hanno il loro habitat ma anche gli abitanti delle zone montane.
Rischio fame
Le zone montane ricoprono il 22% della Terra ed ospitano il 13% della popolazione globale.
Stando ai dati forniti dalla Fao, infatti, un abitante su tre delle zone montane del Pianeta deve fare i conti con fame e malnutrizione. Numeri incredibilmente alti, se si pensa che la stima a livello globale si attesta invece intorno all’uno su nove. La cifra si fa ancora più seria se si prendono in analisi le popolazione rurali di montagna che, per i proprio mezzi di sostentamento, dipendono esclusivamente dalle risorse naturali: qui a soffrire il gravoso peso dell’insicurezza alimentare è un abitante su due.
Minacciati dal cambiamento
Secondo il report Mapping the vulnerability of mountain peoples to food insecurity redatto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, le popolazioni che abitano le montagne sono anche quelle maggiormente esposte ai rischi derivati dal cambiamento climatico. Il 90% di loro vive nei paesi in via di sviluppo, dove si dipende ancora da un’agricoltura di sussistenza, lavorando in ecosistemi fragili che risentono molto del cambiamento climatico.
Thomas Hofer, coordinatore del segretariato della Mountain Partnership ha parlato di questa condizione come di “Una vera e propria ingiustizia”.
Per capire la portata del fenomeno basta fare qualche esempio pratico: le temperature più elevate consentono a parassiti e malattie di farsi strada più in alto, lungo i pendii delle montagne. Cattivi raccolti e perdita di bestiame sono un rischio concreto, così come la maggiore incidenza di valanghe ed eventi meteorologici estremi.
La situazione a livello globale
Le popolazioni montane dell’Asia sono quelle più soggette alla vulnerabilità. I risultati dello studio condotto dalla Fao mostrano che più di 192 milioni di persone sono state considerate esposte all’insicurezza alimentare nel 2012, con un incremento di oltre 40 milioni di persone – vale a dire il 26% – a partire dal 2000.
Lo studio ha anche evidenziato che la percentuale di persone vulnerabili tra le popolazioni montane è passata dal 35% al 41% nel lasso di tempo tra il 2000 e il 2012.
In America Latina e nei Caraibi, il numero totale della popolazione montana vulnerabile è aumentato del 22%, passando da più di 39 milioni nel 2000 a quasi 48 milioni nel 2012.
In Africa, il numero di persone che abitano in zone montane identificate come esposte all’insicurezza alimentare è di circa 86 milioni.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com