Le zone umide, le wetlands, sono aree chiave per la biodiversità e per la nostra sopravvivenza. Oggi, 2 febbraio, si celebra “La Giornata mondiale delle Zone Umide” (World Wetlands Day, WWD) nella ricorrenza dell’adozione della Convenzione per la loro tutela, firmata il 2 febbraio 1971 nella città iraniana di Ramsar. Il WWD è stato riconosciuto ufficialmente anche dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Lo slogan dell’edizione 2022 è “Value, Manage, Restore, Love Wetlands”. Il significato è: riconoscerne il valore, proteggerle e gestirle adeguatamente, ripristinarle laddove le abbiamo distrutte e imparare ad amarle per la loro bellezza e la loro importanza, a partire dalla loro incredibile biodiversità.
Le zone umide sono fondamentali anche per la nostra sopravvivenza, perché sono serbatoi di carbonio e contribuiscono contrasto al cambiamento climatico, azione di depurazione delle acque, protezione da inondazioni, fornitura di fibre e materiali, oltre ad ospitare migliaia di specie ad esse legate.
Da oggi, 2 febbraio, fino a domenica 6, in molte Oasi WWF dalle Alpi al Mediterraneo sarà possibile scoprire la bellezza e l’importanza di questi ambienti unici, attraverso passeggiate, visite guidate, workshop fotografici ed altri eventi.
Guarda qui la mappa degli eventi in Italia
Lagune, stagni, laghi, paludi, risorgive; sono queste le zone umide, delicati ecosistemi che il WWF tutela fin dalla sua nascita. Non a caso la prima Oasi WWF, istituita in Italia nel 1967, è stata il lago di Burano in Toscana, poi inserita tra le zone Ramsar e divenuta Sito d’Importanza Comunitaria per la rete europea di aree protette Natura 2000.
Scarica qui il Report del WWF “One Million Ponds”, con i risultati della campagna per la tutela e la sensibilizzazione delle piccole zone umide
Oggi il Sistema delle Oasi WWF Italia è costituito da 100 Oasi, di cui ben 78 contengono stagni, paludi, lagune, che nel tempo sono state difese da abusi e antropizzazione selvaggia, e 10 delle quali sono aree d’importanza internazionale riconosciute dalla Convenzione di Ramsar.
Le Oasi WWF da sole ospitano ben il 66% degli habitat prioritari della direttiva 43/92/CEE per la bioregione “alpina”, il 57% per quella “continentale” e il 65% per quella “mediterranea”.
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