Il letargo è una strategia fondamentale per la sopravvivenza, che consente ad animali come gli orsi, i ghiri, le marmotte di superare la stagione peggiore dell’anno, l’inverno.
Ma che succederà se l’effetto serra continuerà a scombinare la realtà climatologica mondiale? La risposta giunge in questi giorni dai Pirenei, dove si è verificato un fenomeno mai visto: gli orsi non sono andati in letargo perché fa troppo caldo.
La notizia è stata diffusa dagli esperti della divisione protezione del governo regionale della Catalogna: «Non è normale trovare a spasso una mamma con tre cuccioli in pieno inverno», dice Santiago Palazon, dell’ente ambientale.
Di solito gli orsi si coricano in novembre per risvegliarsi ad aprile. Ma quest’anno che, com’è noto, s’è verificato un inverno particolarmente mite, gli orsi sembrano essersi dimenticati della loro prerogativa comportamentale più importante.
Colpa delle temperature medie di dicembre e gennaio, superiori di cinque o sei gradi centigradi alla media stagionale. «In pratica gli animali non hanno sentito la necessità di rimanere in letargo fino alla primavera», dice Palazon «hanno infatti trovato in giro ancora molte ghiande con cui sfamarsi e altro cibo che di solito in pieno inverno non si trova. Complice anche l’assenza di neve».
L’orso nei Pirenei ha alle spalle una storia difficile. Dichiarato quasi estinto nel 1990, è stato reintegrato con esemplari provenienti dalla Slovenia. Ora ce ne sono una quarantina. Non è la prima volta che si verifica un fatto del genere.
Nel 2012 evitarono il letargo molti orsi che abitano le montagne della Cantabria, nel nord della Spagna. A questo punto gli scienziati si interrogano per capire se questa attitudine possa avere gravi ripercussioni sugli orsi; ma così non sembra. «Finché c’è disponibilità di cibo possono compensare la perdita di calorie legate al superamento della cattiva stagione», concludono i ricercatori.
Resta però il mistero di quel che potrà accadere a tutti gli altri animali evolutesi per vivere al freddo e al gelo.
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