Con un peso di meno di 5 grammi, lo scricciolo (Troglodytes troglodytes) è uno degli uccelli più piccoli d’Europa, primato che condivide con il fiorrancino e il regolo.
È anche una specie difficile da vedere e osservare perché spesso si nasconde tra arbusti, rovi e vegetazione lungo le rive di canali, fiumi e ruscelli.
L’espansione dell’antropizzazione, tuttavia, ha portato molte specie degli ecosistemi agricoli a colonizzare anche alcune aree urbane e sub-urbane.
Lo scricciolo non sfugge a questa regola e sono in aumento le osservazioni di questa specie in diverse aree metropolitane o comunque in alcune città.

Scricciolo (Troglodytes troglodytes). © Luca Avanzini
Scriccioli di città e di campagna
L’Università di Salamanca ha pubblicato sulla rivista Acta Ornithologica uno studio molto interessante, coordinato dall’ornitologo Víctor Colino-Rabanal, nel quale si dimostra che gli scriccioli “cittadini” sviluppano canti più complessi e articolati con frequenze più alte e note più lunghe rispetto ai loro omologhi rurali. Gli uccelli periurbani, nelle periferie, occupano una posizione intermedia, sebbene più vicina a quelli urbani nella lunghezza delle note.
Lo studio mostra che questi cambiamenti potrebbero essere associati a livelli di rumore di fondo più elevati (traffico, industrie, ecc).
Le frequenze massime sono per lo più al di fuori della gamma del rumore di fondo e differiscono tra gli habitat, mentre le frequenze più basse inaspettatamente non cambiano.
L’influenza del rumore antropico
I risultati di questa interessante ricerca mostrano che l’inquinamento acustico produce importanti effetti di stress e di mutamento degli equilibri naturali, ricordando che il canto per molte specie di uccelli è lo strumento più importante per difendere il proprio territorio piuttosto che per conquistare e difendere la propria partner.
Anche negli scriccioli, con vocalizzazione ad alta frequenza, l’interferenza con il rumore antropico urbano delinea alcuni cambiamenti nelle loro vocalizzazioni e questi studi consentono di comprendere che l’impatto dell’uomo è molto più profondo di quanto non pensiamo. I sensi sviluppati degli animali possono essere fortemente danneggiati dall’inquinamento luminoso e da quello acustico. Nei progetti di conservazione futuri bisognerà tener presente anche questi aspetti.
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