Le grandi praterie americane del Mid west, popolate un tempo dalle tribù di indiani Dakota, Sioux e Sauk, erano anche le terre dei bisonti e dei tetraoni delle praterie.
Come per i bisonti, anche questi grandi Fasianidi hanno visto drasticamente ridotto il proprio areale, che in epoca pre-colombiana arrivava fino alle pianure del Texas. Ciononostante, oggi il Tetraone delle praterie (Tympanuchus cupido) è comunque distribuito in molte aree del Minnesota e dell’Illinois, spingendosi a nord fino al Canada nella provincia dell’Alberta.
Chi è il tetraone delle praterie
Si tratta di grandi volatili che si alimentano di foglie e germogli, anche se la parte preponderante della loro dieta è costituita dai semi e, specialmente in inverno, la loro esistenza è legata ai coltivi di sorgo e mais.
Questo grande uccello delle pianure americane è caratterizzato da una colorazione mimetica ma ciò che salta di più all’occhio sono i vistosi sacchi membranosi gialli disposti sul collo e in prossimità degli occhi che vengono gonfiati durante la parata nuziale. Si tratta di una specie poligama e quindi, come avviene anche con i nostri fagiani di monte, dà origine a grandi dispute amorose tra maschi che decreteranno i diritti di accoppiamento con le femmine. In virtù di queste vistose esibizioni nuziali, nel suo appellativo scientifico, ha preso il nome di Cupido mentre qualcuno lo definisce persino l’uccello del Paradiso del Nord America.
L’interferenza delle pale eoliche
In questi ultimi anni molte di queste vaste praterie sono state ricoperte da alcuni grandi impianti di pale eoliche e il rumore delle turbine pare poter influire sui rituali di corteggiamento di questi tetraoni.
La comunicazione dei maschi, infatti, è basta su display di accoppiamento accompagnati da vocalizzazioni a bassa frequenza che potrebbero essere disturbate dal rumore delle turbine.
Uno studio recentissimo condotto in Nebraska, pubblicato sulla rivista americana Condor, ha valutato dapprima i rumori prodotti dall’impianto eolico e poi ha monitorato il ritmo, la potenza vocale e la durata delle vocalizzazioni dei tetraoni. I risultati sono stati davvero sorprendenti. I tetraoni delle praterie, infatti, si adattano a questa nuova situazione modificando il loro rituale di corteggiamento, aumentando la potenza se si trovano molto vicini alle turbine oppure diminuendo in alcuni casi la durata dei canti. Quindi, una reazione a questa forma di inquinamento acustico c’è stata e ora si sta valutando se il successo riproduttivo e degli accoppiamenti risenta in qualche modo della presenza di questi impianti. Certo sorprende che i tetraoni, invece di allontanarsi, reagiscano cantando più forte!
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