Si è aperta ieri presso la fiera di Rimini la 21a edizione di Ecomondo, l’expo dedicata alla green e circular economy.
Abbiamo incontrato Fabio Orecchini, coordinatore scientifico di H2R Mobilità Sostenibile che si sviluppa all’interno del Padiglione B7, dedicato alla Città Sostenibile.
Orecchini è Professore universitario di Sistemi energetici, dirige il Dipartimento Ingegneria della Sostenibilità all’Università Marconi di Roma e il Centro di Ricerca CARe (Center for Automotive Research and Evolution), oltre ad essere il coordinatore del Dottorato di ricerca in Scienze Fisiche e Ingegneria industriale dell’innovazione energetica. Nessuno meglio di lui può raccontarci dove andrà l’auto del futuro.
RdN – Quali sono le novità alla quinta edizione di H2R a Rimini?
Fabio Orecchini – Stiamo vivendo una fase di crescita molto importante rispetto agli altri anni: H2R da vetrina d’ingresso della manifestazione ne è diventata parte integrante. È un segno di maturità perché i visitatori vengono nel padiglione Città Sostenibile per scoprire le auto più innovative e le novità sulla mobilità.
RdN –Quali case automobilistiche sono presenti quest’anno?
F.O.– La Tesla con la Model X, il Gruppo PSA, con Peugeot e Citroen, che espone la E Mehari, la vettura elettrica ispirata alla storica Mehari e il veicolo commerciale Peugeot Partner Elettrico. Poi c’è Toyota con la gamma ibrida e con la Prius Plug In, che i visitatori potranno finalmente provare in Italia, Lexus, con la gamma ibrida e, infine, Nissan – produttrice di Leaf, la più venduta auto elettrica al mondo – che in questa occasione porta il veicolo ENV 200, il pulmino che ha vinto la gara per diventare il taxi elettrico ufficiale di New York. Poi ci sono una serie di attori più piccoli che sono presenti nei contenuti insieme a noi e fra questi, Kia e Bosch.
RdN – Ma ci sono novità anche sul fronte dei contenuti…
F.O. – Sì, abbiamo fatto nascere la Conferenza Nazionale sulla Mobilità e il Trasporto Sostenibile che oggi pomeriggio si aprirà con la prima sessione dedicata alle politiche per la mobilità e il trasporto sostenibili.
RdN – Domanda al ricercatore, dove andrà l’automobile?
F.O. – Andiamo verso un’auto che non perde le sue caratteristiche di passione, divertimento ed emozioni che, però, si trasformerà in auto a emissioni zero.
Dal mio punto di vista sarà un’automobile che si toglie di dosso l’imbarazzo di consumare una risorsa non rinnovabile, quale è il petrolio, di emettere fumi di scarico inquinanti e dannosi per la salute, di sprigionare CO2, causa principale dell’effetto serra.
RdN – Come avviene questo passaggio?
F.O. – Attraverso una crescente elettrificazione dell’auto. Qui in fiera abbiamo esempi concreti: auto ibride che non hanno bisogno di ricaricarsi e che – testate su strada attraverso il nostro Centro di Ricerca in un ciclo di prove molto rigoroso – hanno dimostrato di poter viaggiare anche nel circuito cittadino per oltre il 70% del tempo in modalità Zero Emissioni. Un risultato che nessuno si sarebbe aspettato, ottenuto non solo in trazione elettrica, ma anche in modalità inerziale. Cioè l’auto spegne i motori e può muoversi per forza d’inerzia ottimizzando al massimo la spinta.
RdN – Quanto può contribuire la Formula E – le vetture da corsa elettriche che partecipano a un circuito internazionale di gare – ad avvicinare gli amanti di motori termici all’elettrico?
F.O. – Può dare un grande contributo e si lega al discorso della passione e delle emozioni. Dimostra che un veicolo a zero emissioni è comunque un oggetto interessante e affascinante che può anche andare molto veloce. Anche se non sarà la velocità il criterio con cui sceglieremo i nostri mezzi nel futuro.
RdN – Ma l’avanzamento dell’elettrico dipende anche dalla politica…
F.O.– Sicuramente il passaggio alla trazione elettrica a zero immissioni, che sia a batterie ricaricabili o a idrogeno, passa attraverso decisioni politiche. La Cina, ad esempio, il più importante mercato al mondo, sta per obbligare i costruttori a vendere molte autovetture elettriche a batteria sul proprio mercato… La questione non può ricadere solo sul singolo automobilista o sulla casa produttrice. Ci sono alcuni grandi temi, e l’ambiente è uno di questi, che passano attraverso decisioni politiche. Basta vedere cosa hanno determinato le normative che hanno vietato il fumo nei locali pubblici. Se avessimo aspettato le dinamiche di mercato si potrebbe ancora fumare dappertutto. Occorre che grandi stati, come la Cina, ma anche il Regno Unito e la Francia, progettino un futuro della mobilità senza motori a combustione interna. Bisogna che i numeri del mercato siano tali da giustificare grandi investimenti da parte delle case automobilistiche in un’economia di scala che renda questi prodotti accessibili a tutti dal punto di vista economico.
RdN – Quando potrà accadere?
F.O. – Se ci sarà la volontà politica, molto velocemente, tra il 2020 e il 2030, un periodo di tempo cortissimo per macchine industriali complesse come quelle dell’automotive in Europa.
© riproduzione riservata
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com