La notizia ha fatto il giro del mondo: in una grotta del Sud Africa, che si trova a circa 50 chilometri da Johannesburg, sono venuti alla luce circa 1.500 reperti fossili appartenenti ad almeno 15 individui di una nuova specie di Homo, chiamata Homo naledi. Altri resti potrebbero venire alla luce nei prossimi mesi.
La scoperta è eccezionale, soprattutto per il gran numero di reperti che probabilmente permetterà di conoscere l’Homo naledi meglio di ogni altra specie di ominide finora nota. I resti presentano tratti moderni insieme a particolari più arcaici. Non è stato ancora definito con precisione il periodo in cui vissero questi individui, ma è probabile che fossero i primi del genere Homo e quindi dovrebbero avere un’età di circa 3 milioni di anni.
Ora si è di nuovo infiammato il dibattito sul luogo dove ebbe origine l’umanità: in Tanzania, Kenya, Etiopia, Sudafrica o altrove? Lasciamo agli studiosi l’annosa questione.
Noi, comuni umani, potremmo semplicemente concludere che l’umanità ha inizio dove finisce la crudeltà. Per esempio quella crudeltà che dissemina cadaveri sulle coste europee. Il principio di umanità come unica grande famiglia è una delle maggiori sfide che abbiamo di fronte a noi. Ed è questa forma di umanità che interpella le nostre coscienze.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com