A nessuno verrebbe in mente di tenere un gatto oppure un cane rinchiusi per tutta la vita in una gabbietta angusta. Perché, allora, ci pare del tutto normale che conigli e roditori passino la loro esistenza dietro alle sbarre? I piccoli roditori “da compagnia”, come ad esempio i criceti, passano la vita in gabbia. E non potrebbe essere altrimenti, dal momento che nessuno potrebbe lasciarli girare liberi per casa. I pericoli, infatti, sono troppi: dalla fuga agli incidenti domestici, questi animali avrebbero vita breve.
Ma a che vita sono condannati questi animaletti che, abituati in natura a percorrere ogni notte molti chilometri in cerca di cibo, si ritrovano confinati in gabbie minuscole in cui passano il tempo a cercare istericamente una via di fuga?
Un’associazione per difenderli
Del benessere dei cosiddetti animali d’affezione non convenzionali si occupa l’associazione AAE (Associazione Animali Esotici), che dal 2007 è diventata la prima sede locale della House Rabbit Society, la storica associazione americana sorta negli anni Ottanta per salvare i conigli abbandonati ed educare il pubblico sulla loro corretta gestione.
Già, perché spesso gli acquirenti che decidono di adottare un piccolo roditore compiono questo passo convinti che si tratti di una scelta meno impegnativa rispetto all’adozione di un cane o di un gatto.«Spesso questi animali vengono venduti senza informazioni adeguate su gestione, alimentazione, vaccinazioni e cure, come accade in generale per tutte le altre specie di esotici – spiega l’Associazione -. L’acquirente finale, spesso disinformato, continua a tenere queste povere creature in condizioni inadeguate, con una dieta sbagliata, condannandole a un lento declino».
Stessa sorte per rettili, pesci e uccelli
Ma non ci sono solo i roditori. Rettili, pesci e pappagalli spesso ricevono un trattamento altrettanto inadeguato, che non tiene conto delle necessità e delle caratteristiche etologiche delle specie. «Chi ritiene i rettili animali scarsamente sensibili sottostima in maniera grossolana le loro capacità di risentire della prigionia in un ambiente inadeguato – sostiene l’Associazione -. Anche i volatili non ricevono trattamenti migliori: l’intelligenza e la sensibilità di questi animali è enormemente sottovalutata, basti pensare che un pappagallo cenerino ha l’intelligenza cognitiva ed emotiva di un bambino di due/tre anni. Eppure sono spesso confinati a una vita solitaria in gabbia. Si tratta di animali che riteniamo meno sensibili, meno degni della nostra compassione».
Più tutela e più consapevolezza
Ma non solo: anche per questi animali il tasso di abbandono è alto, con pesanti ripercussioni anche sull’ecosistema dove queste specie vengono introdotte.
«Serve più sensibilizzazione e maggiore consapevolezza – conclude l’AAE -. È necessario un cambiamento di mentalità nei confronti di questi animali. Non si può continuare a tollerare maltrattamenti che, giustamente, non accetteremmo per cani e gatti».
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