Sono oltre 30 anni che scrivo di cetacei; racconto le ultime scoperte della ricerca, spiego quali sono le minacce che incombono su questi affascinanti animali, denuncio l’orrore a ogni nuova spedizione di caccia… grido “salviamo le balene!” Ma le abbiamo salvate? O siamo almeno sulla buona strada?
In Mediterraneo è stato istituito il grande Santuario Pelagos per la salvaguardia dei cetacei; eppure, proprio da questa area marina che la dovrebbe proteggere viene Codamozza, la balenottera orribilmente mutilata che lotta disperatamente per sopravvivere. Lei è balzata agli onori della cronaca in questi giorni, ma molti altri mammiferi marini rischiano di scomparire lontano dai riflettori.
La realtà è che – per la maggior parte della gente, dei politici, di tutti noi – i problemi urgenti sono altri e a ragion veduta: la salute, l’economia, le calamità naturali. Non sono né il mare, né le balene.
Forse è perché stiamo guardando il problema dalla parte sbagliata
Con Balene salvateci! I cetacei visti da un’altra prospettiva (Ed. Mursia) ho voluto spiegare che dobbiamo salvare i cetacei (anche) per motivi completamente nuovi, che ci riguardano da vicino e che fino a qualche anno fa forse non immaginavamo. Le balene, infatti, ci forniscono dei “servizi” fondamentali per l’equilibrio non solo del mare, ma dell’intero pianeta. Il nostro futuro dipende anche da loro.
La mia esperienza coi cetacei si compone di tante sfaccettature. In primis, la divulgazione scientifica: se un tempo eravamo stupiti da quanto sono grandi, da che profondità possono raggiungere, oggi abbiamo da raccontare scoperte di ben altra portata.
Ci stiamo accorgendo di quanto ci assomigliano, della loro complessa socialità, dei loro valori, potremmo dire “morali”.
Per questo ho voluto alternare le informazioni scientifiche con dello storytelling: ci sono orche, balenottere, stenelle che ho conosciuto “di persona”, che mi hanno commosso, che mi hanno fatto sentire tutta la frustrazione di non poter fare nulla per cambiare il loro destino. Le vicende loro, e quelle di altri individui nel mondo, megattere, balene grigie, balene franche, a volte drammatiche, a volte a lieto fine, spesso s’intrecciano con le nostre.
E per giocare proprio con il cambio di prospettiva, ho provato, qua e là, a dare voce anche a loro: come vedono questi umani che stanno invadendo il mare sempre di più, con barche, rumore, reti? Quali sono le considerazioni delle balene? Forse che, alla fine, la specie più fragile siamo proprio noi?
Prossimamente, qualche estratto, gentilmente ospitato su rivistanatura.com: qualcosa sulle ricerche, qualche storia vissuta dalle balene, qualcosa raccontato… da loro.
E qualche aneddoto che capita a chi, come me, si occupa di animali lontani dal quotidiano di molti.
Maddalena Jahoda
“Balene salvateci! I cetacei visti da un’altra prospettiva”
di Maddalena Jahoda
Ugo Mursia Editore
Pagine 282, 18 Euro
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